Condanna Canfora, Il Prefetto non interviene: Iannone chiama Piantedosi - Le Cronache
Cronaca

Condanna Canfora, Il Prefetto non interviene: Iannone chiama Piantedosi

Condanna Canfora, Il Prefetto non interviene: Iannone chiama Piantedosi

Sarno/Salerno.  “Vogliamo capire perché il prefetto di Salerno non ha analizzato la situazione di Canfora, condannato in via definitiva”. Nessuna sospensione finora per il sindaco di Sarno dopo la pena incassata per tentata concussione a due anni di reclusione con reato penale che risale a quand’era presidente della Provincia di Salerno. La mancata applicazione della Legge Severino finisce in parlamento. A portarcela sono gli esponenti politici salernitani di Fratelli d’Italia Antonio Iannone ed Imma Vietri rispettivamente senatore e deputato del partito di Giorgia Meloni. Antonio Iannone e Imma Vietri, entrambi parlamentari campani di Fratelli d’Italia, Hanno annunciato una interrogazione al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi “per comprendere se lui ritenga che si applichi la decadenza per la legge Severino. La Prefettura di Salerno, che avrebbe dovuto valutare la posizione di Canfora subito dopo Ferragosto, ancora non si è espressa”, dicono i due esponenti salernitani di Fratelli d’Italia. Canfora è stato condannato in via definitiva per pressioni sulle nomine Asi a due anni di reclusione, un anno e 4 mesi per Bruno Di Nesta allora segretario generale di Palazzo Sant’Agostino. Entri con pena sospesa.  Furono le dichiarazioni di Gianluigi Cassandra, che in qualità di presidente dell’Asi denunciò il caso di presunto spoil system. Secondo l’accusa, infatti, nel 2013 i nuovi vertici della Provincia misero in atto delle pressioni per le nomine al consorzio delle aree destinate allo sviluppo industriale. Per i magistrati fu Cassandra a ricevere da Di Nesta un sms in cui lo si invitava a soprassedere dalla nomina dei revisori dei conti dell’Asi, in quanto la governance della Provincia di Salerno era passata dal centrodestra al centrosinistra e l’intero assetto di società e consorzi partecipato sarebbe stato di lì a poco mutato. Ma l’allora presidente dell’Asi non si adeguò, dispose le nomine e da quel momento si avviò un braccio di ferro che sarebbe durato per mesi, a colpi di attacchi politici e ricorsi alla giustizia amministrativa. Il 17 ottobre del 2013 Cassandra si vide recapitare un decreto di sospensione temporanea di tutti i rappresentanti della Provincia nel consorzio. Decreto che fu subito impugnato al Tar e sospeso sia dai giudici di primo grado che dal Consiglio di Stato. Canfora, in qualità di presidente della Provincia, ci avrebbe riprovato qualche mese dopo, giustificando il rinnovo del Consiglio d’amministrazione con il venir meno del rapporto di fiducia. Anche quel provvedimento fu impugnato e successivamente la Provincia decise di revocarlo in autotutela. Lo scontro politico si è risolto poi quando Cassandra si è dimesso. L’indagine penale però è andata avanti fino ad arrivare alla sentenza definitiva su pronunciamento della Cassazione la quale, nelle motivazioni, ha ritenuto che quell’incarico “all’Asi non era stato affidato per competenza ma per logiche politiche”. Ora la parola al ministro Piantedosi.