di Alfonso Malangone*
I numeri, si sa, non consentono di fare filosofia. Sta di fatto che, alla fine, il Disavanzo 2022 è stato pari a € -172.042.486,00 dopo la cancellazione dei due Residui Attivi, per € 9.757.475,45, disposta dai Revisori con verbale n. 22 del 10/07 scorso. Quindi, non solo non è stata ripianata la rata di € 7,6 milioni imposta dal decreto Aiuti, ma è addirittura aumentato il deficit rispetto a quello di € -169,9 milioni del 2021. Questi sono i numeri. Senza errore. Poi, ognuno può dire quello che vuole, facendo anche filosofia. Il risultato non cambia. In verità, è diffuso dappertutto il tentativo di ‘spiegare’ dati che non si ‘piegano’. Da noi, è successo anche quando l’origine dell’enorme Disavanzo è stato attribuito ai tagli apportati dai Governi nell’erogazione del fondo detto ‘di perequazione’, cioè dell’importo corrisposto a ciascun Ente per compensare eventuali squilibri e consentire l’erogazione di servizi uniformi sul territorio nazionale. Quella giustificazione, presente nella Relazione predisposta dall’Assessora al Bilancio a corredo della richiesta di adesione al decreto Aiuti, è stata recentemente ripresa dal Presidente della Commissione Bilancio (fonte: Cronache). Ora, se è vero che i fondi sono diminuiti, come per tutti i Comuni, è anche vero che l’Ente, come pure fatto da tutti, ha assunto decisioni compensative, sia aumentando le Entrate proprie, soprattutto Imu e Tari, sia riducendo alcune spese. Volendo, è possibile anche ricostruire i valori del decennio 2011-2021. Ma, dare i numeri sarebbe tedioso e, forse, anche poco utile. In effetti, la Relazione mette in evidenza la particolare situazione di Salerno che, riporta, è: “…peggiore anche rispetto a (tutti) i comuni meridionali…con una differenza negativa nella variazione dei trasferimenti che si inizia a rilevare sin dal 2011…” (fonte: cit., pag. 1). Ora, premesso che i fondi sono attribuiti in base alla popolazione residente e che nel decennio c’è stata la riduzione di 10.883 unità (fonte: Istat), nell’anno iniziale del confronto, cioè nel 2010 (fonte: Relazione, pag. 2 nota 3), la Città dichiarò la presenza di 139.019 abitanti dopo che, nel solo 2007, il loro numero era cresciuto di 7.790 unità. In un anno, 21 al giorno! Un vero miracolo! Purtroppo, nel 2011, il censimento Istat ne ‘trovò’ solo 132.741 decretando la ‘sparizione istantanea’ di ben 6.278 persone che, forse, non c’erano mai state. Salvo errore. Così, il raffronto con i dati del 2010 perde di credibilità, mentre non può certo stupire che la riduzione sia iniziata “sin dal 2011” (fonte: cit.). In quell’anno, applicando i parametri della Relazione, solo per quelle 6.278 unità i fondi si sarebbero ridotti di oltre 1 milione di euro. Salvo errore. In realtà, non è pensabile la presenza di una volontà punitiva nei confronti di Salerno per renderla la Città più penalizzata d’Italia. Una domanda, comunque, è naturale: “possibile che nessuno si sia accorto di quell’anomalia”?
Ciò premesso, appare certamente più verosimile attribuire la causa del Disavanzo al mancato incasso di crediti correnti per imposte, multe, canoni e tariffe, cioè dei Residui Attivi, e al conseguente esplosivo ricorso alle anticipazione di liquidità della Cassa Depositi e Prestiti per pagare i debiti, quarta Città in Italia (fonte: 24Ore). Quei Residui, a fine 2022, sono stati pari a € 435,4 milioni (fonte: Bilancio). Tra essi, l’importo delle sole Entrate ordinarie correnti è davvero incredibile: ben € 333,9 milioni tra Tari, per € 107,9, Ici/Imu/Irpef, per € 44.2. Multe, per € 58,4, e tanto altro. Di contro, l’eccesso di indebitamento è dimostrato dall’esposizione finanziaria e commerciale di € 503,2 milioni. In sostanza, il Disavanzo esprime la quota di debito, ‘priva di mezzi di copertura’, che non dovremmo avere perché relativa a impegni che non avremmo dovuto assumere. Ma, c’è di più. Il guaio vero è che i crediti da incassare sono ‘morti’ per almeno € 192,9 milioni, pari all’entità del Fondo di Dubbia Esigibilità, e quindi recuperabili, se pure, per € 141,0 milioni. A fronte di debiti per € 503,.2 milioni, appare davvero difficile nutrire una speranza mentre, incredibilmente e come se nulla fosse, si parla di altri impegni da assumere per ‘mille-mila-milioni’. In ogni caso, questi sono i numeri. Poi, ognuno può dire quello che vuole. Ma, una domanda, è d’obbligo: “Gentili Amministratori, ci potete spiegare come sono stati utilizzati tutti quei soldi, visto che le Opere Pubbliche sono pagate con il ricorso a mutui e contributi, e oggi abbiamo il Centro Storico ‘coventrizzato’, il mare trasformato in una fogna, le strade in un calvario, i giardini in immondezzai, la mobilità in un inferno, l’ambiente in una camera a gas”? Per non aggiungere altro. In queste condizioni, l’Ente ha l’obbligo di aumentare l’imposizione in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo di rientro, già fissato anno per anno (fonte: contrato Aiuti, art. 4/c). Così, saranno i cittadini a pagare caro, e a pagare tutto, come si è visto di recente per la tassa di imbarco. La nuova addizionale di € 1,50 a persona non è stata applicata, quest’anno, solo perché l’Autorità Portuale non ‘si è degnata’, come sembra, di rispondere alla nota del Comune “prot. 94335 del 03/05/2023 sollecitata con nota prot. 132216 del 20/06/2023” (fonte: delibera Giunta n. 269 del 20/07). E, quindi, “non avendo ancora ricevuto riscontro” (fonte: cit.), invece di andare a chiarire direttamente, l’Ente ha pensato bene di ribaltare il tutto sui cittadini elevando ancor più l’addizionale Irpef. Una scelta semplice-semplice. “Ma inciderà poco sulle famiglie”, ha dichiarato l’Assessora al Bilancio. Che fortuna! Ci sarebbe da dire che furono “cento niente, a uccidere il ‘ciuccio’”. Messa di fronte alla nuova gabella, l’Autorità Portuale potrebbe aver detto: “perché dobbiamo pagare noi, se i debiti li avete fatti voi”? Osservazione davvero lecita. E, allora: “Gentili Amministratori, perché debbono pagare i cittadini, se i debiti li avete fatti voi e a loro neppure è concesso di avere la stessa qualità della vita di cui godono i residenti altrove, pur pagando qui le tasse tra le più alte d’Italia”? E’ una domanda che vorrebbe interrogare le coscienze. Sarebbe gradita una risposta. Per favore, senza fare filosofia.
*Ali per la Città