L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia ci fa avere questo prezioso testo inedito del compianto professore Leonardo Cicalese, acuto geografo nocerino e apprezzato giornalista, che pone alcuni punti fermi sulla denominazione dei nostri territori al Nord della provincia di Salerno, lembi di terra tra i più antichi ma anche tra i più devastati, sia territorialmente che socialmente. Lo pubblichiamo con piacere e ci auguriamo che possa fare da introduzione a un proficuo dibattito.
di Leonardo Cicalese
Si sviluppa, talvolta, una polemica riguardo alla denominazione del territorio compreso fra Monti Lattari, Somma-Vesuvio, contrafforti del Terminio e Golfo di Castellammare, ovvero l’Agro Sarnese-Nocerino.
Alcuni, a motivo della maggiore consistenza demografica di Nocera Inferiore, antepongono, a dispetto di un’ineccepibile spiegazione che fonda le basi sulle modalità di irrigazione (a gravità razionata, a gravità completa, mediante rigurgito e sollevamento meccanico), di antica consuetudine sarnese e sull’utilizzazione intensiva del suolo agrario (messa a dimora, contemporanea, di due varietà orticole) propria del territorio nocerino.
La plaga in questione dovrebbe essere appellata Valle del Sarno perché il corso d’acqua più importante è lo storico anzidetto fiume che riceve le acque dei sottobacini Cavaiola e Solofrana.
Il vero e proprio Sarno che gode dell’apporto dei Rii Palazzo e Santa Marina, in passato anche della Foce (captata dall’impianto della Casmez, ora G.O.R.I.), nasce in località Affrontata cristallo o Specchio, in territorio di San Marzano, a valle della quale riceve le torbide acque dell’Alveo Comune (Solofrana-Cavaiola).
Piero Martinez y Cabrera – noto esperto di bonifiche, direttore e commissario di consorzi idraulici, componente della Commissione per la Pianificazione Territoriale della Campania – individua l’origine del nostro fiume, con un tratto ipogeo, alle serre di Montoro, con affioramento in località Foce del comune natale di Mariano Abignente.
La nascita del Consorzio di Bonifica delle nostre zone affonda le radici nel ventennio compreso fra l’anno 1877-1897, quando, a Sarno, erano attive dieci modeste consociazioni irrigue: Beveraturo, Chianche, Curti, Foce, Fraina, Fontanelle, Lavorate, Manzo, Masseria della Corte, Quindici, S. Lucia, S. Marco e Quarto che vennero riunite in una sola entità accogliendo autorevoli e pressanti inviti per manutenzionare le strade di accesso alle aree agricole, alle selve ed eseguire lavori di ripristino, dopo le alluvioni.
Il Martinez, nel 1953, al fine di contenere le spese generali, promosse la nascita del Consorzio dell’Agro Sarnese-Nocerino, unendo le modeste entità irrigue nate, dal 1923 al 1941, a Meridione ed Oriente di Sarno: Camerelle, Caraturo, Canale Conte Sarno, S. Mauro-Casatori, Montoro-S. Severino e Sinistra fiume Sarno, aggregando, in tal modo, 19 comuni della provincia di Salerno, 12 del napoletano e 4 dell’avellinese.
All’epoca l’anzianità consortile sarnese fu determinante per la denominazione del Consorzio di Bonifica. L’opportunità di cambiare denominazione da Agro Sarnese-Nocerino in Valle del Sarno venne offerta, nel 1963, dal Ministro dei Lavori Pubblici Fiorentino Sullo all’ingegnere Carmine Loreto, consigliere della sezione comprensoriale Valle del Sarno dell’Associazione Italia Nostra, recatosi a Roma per curare gli interessi delle Ferrovie dello Stato. Il giovane tecnico avrebbe dovuto relazionare, nella stessa giornata, al Consiglio dei Ministri per l’adozione di un Decreto modificatore, occasione non colta per mancanza di appropriata relazione e cartografia.
Al Martinez bisogna ascrivere, fra l’altro, il merito di aver indicato, sempre al parlamentare costituente avellinese, la modifica del percorso dell’Autostrada A30, da Caserta a Camerelle a Caserta-Mercato S. Severino perché la direttrice di sviluppo era verso i primi contrafforti dei Picentini e non verso Nocera Superiore.
La Pavesi, in previsione dell’innesto autostradale sul territorio di Nocera Superiore realizzò l’area di servizio con motel (denominata Alfaterna per richiesta del Direttivo della sezione territoriale di Italia Nostra), quest’ultimo funzionò solo per qualche anno. Dopo venti anni dalla edificazione, per vari dissesti, venne abbattuto (direttore dei lavori il figlio del Martinez, ingegnere e professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano).