Ad Eboli non basta neppure una legge dello Stato per sfuggire alla tagliola della burocrazia. Se c’è una legge dello Stato che dispone deroghe fino al 31 dicembre 2023 per l’occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti, regola del Governo Meloni nella “Milleprororoghe”, ad Eboli c’è chi aspetta una autorizzazione del 13 marzo scorso. Sì, di molto antecedente alla regola della normativa frutto della pandemia. Si tratta di due casi in particolare di imprenditori commercianti sul centralissimo viale Amendola che passata invano l’estate passerà anche la processione della burocrazia popolata, per onorare Santa Tagliola, a partire dalla fila dei presunti vip incolonnati in onore della santa. Fate voi il conto da quanti giorni, ad Eboli, aspettano un cenno positivo dal Comune: dal 13 marzo sono ben quattro mesi che potrebbero far recuperare i danni subìti con la pandemia. Ora grazie al governo Meloni c’è una proroga \al 31 dicembre 2023 dei dehors liberi.
E’ quanto prevede la riformulazione di un emendamento al mille proroghe prevista all’interno del pacchetto proposto dal governo ai gruppi.
Se non fosse arrivata la proroga, però, tutto sarebbe tornato alla fase pre pandemica: i bar e i ristoranti che in questi mesi hanno ottenuto l’occupazione in deroga del suolo pubblico, laddove esistono sul viale Amendola e pagano regolarmente l’occupazione suolo pubblico, avrebbero dovuto rimuovere i loro tavolini e chiedere, eventualmente, nuove autorizzazioni ai Comuni di riferimento. Così non sarà, perché così con è stato.
Per far sì che questa proroga non porti solo a una posticipazione del problema, serve che ora ci si metta a lavorare sul tema, per arrivare all’approvazione di regolamenti specifici a livello comunale se non esiste, anche ad Eboli dove esiste un far west degli spazi pubblici, soprattutto marciapiedi ridotti per i pedoni. I sei mesi di proroga devono essere utili ai Comuni per realizzare dei regolamenti appositi per i tavolini all’aperto per passare da una situazione emergenziale e una situazione strutturale, che non deve avere regole identiche, ma deve essere un giusto compromesso. In questo periodo ci sono stati anche fenomeni negativi, di abuso e abusivismo, che devono essere corretti. I dehors sono uno spazio pubblico, non estraneo alla città, ma parte del tessuto urbano e che dà valore a questo spazio. Per aumentarne la qualità degli arredi servono investimenti, ma per investire servono regole chiare e definite, in modo che si evitino distorsioni.
Per l’occupazione di suolo pubblico da parte delle imprese della ristorazione e dei bar c’è un importante segnale da parte del Governo Meloni.
Se il Governo con la proroga ha confermato la volontà di venire incontro fattivamente alle richieste di aiuto di uno tra i settori più colpiti dalla pandemia ad Eboli si assiste ad una storia italiana di burocrazia in danno delle imprese.
Ora che è arrivata la proroga, si apre quindi il momento del dibattito. Servono regole chiare e uguali per tutti, anche ad Eboli la città che “onora” Santa Tagliola ma ci sono due aspetti di cui non si può non tener conto. Uno riguarda il valore dei locali. I dehors hanno permesso a molti bar e ristoranti, anche nella stagione invernale grazie a “funghi” riscaldanti e simili, di aumentare esponenzialmente il numero dei coperti, aumentando così anche il valore dell’attività. Senza regolamenti ben definiti, si rischia il “far west”.
C’è poi un altro aspetto delicato. Le misure di semplificazione sono state attivate in una situazione di emergenza, per permettere a bar e ristoranti di lavorare nonostante le problematiche sanitarie.
Nonostante le maglie larghe dei regolamenti, non tutte le attività hanno potuto beneficiare di spazi all’aperto come sta capitando nella Capitale della burocrazia. Ora che non si tratta più di un quadro emergenziale, ma di un ritorno alla normalità, appare quindi giusto che chi ha goduto di questi benefici torni alla situazione pre Covid. Si rischierebbe, altrimenti, una concorrenza sleale nei confronti di chi non può beneficiare della stessa opportunità. E, siccome, a partire dal 13 marzo scorso sono misteriosamente arrivati ad Eboli altri ok per dehor e spazi per i tavolini, diventa oltremodo sospetta la mancata risposta a due commercianti del viale Amendola. Che ora potrebbero perfino invocare un risarcimento danni per le mancate risposte.