di Mario Rinaldi
E’ stato attivato, presso il pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi D’Aragona di Salerno”, un nuovo servizio per far emergere quello che potrebbe essere definito il lato umano dell’emergenza sanitaria. Si tratta di un servizio socio-sanitario con la presenza di un’assistente sociale dedicato, prettamente all’unità operativa centrale del Pronto Soccorso e Obi (Osservazione Breve Intensiva), al fine di garantire interventi immediati di risoluzione delle varie problematiche riscontrabili già dal primo accesso in pronto soccorso. Capita spesso, infatti, che gli accessi dei pazienti al pronto soccorso necessitano di una tempistica abbastanza ampia per favorire la migliore assistenza possibile dal punto di vista sanitario nei confronti di coloro che si recano in ospedale per problematiche di varia natura. Soprattutto la gestione dei codici bianchi e verdi, in relazione alla minora gravità, comportano lunghi tempi di attesa. Ma anche per i codici gialli o rossi, i tempi di attesa potrebbero diventare un’eternità, soprattutto per i familiari che accompagnano pazienti gravi e sono costretti a restare fuori al pronto soccorso ad aspettare che giungano notizie dal personale medico-sanitario che prende in carico i pazienti. E’ proprio in questi momenti che entra in funzione la figura dell’assistente sociale, che funge da “ponte” tra la struttura sanitaria e le persone, soprattutto per mettere in contatto pazienti e familiari e informarli sullo stato di salute di un soggetto che eventualmente è stato sottoposto ad un intervento urgente o che si trova a ricevere cure più accurate in base al tipo di patologia riscontrata. L’assistente sociale interviene per fornire supporto, anche psicologico, a coloro che sono in attesa di accedere all’interno del pronto soccorso, rassicurando i pazienti a restare calmi e incoraggiandoli dal punto di visto morale. L’umanizzazione del pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi” di Salerno è forse il primo esempio in tutta la Regione Campania di un servizio così vicino alle persone. La figura dell’assistente sociale nei pronto soccorso risulta essere indispensabile, soprattutto per coloro che richiedono le dimissioni, in prevalenza anziani soli, ma anche uomini adulti senza famiglia e donne vittime di violenza. Il principale obiettivo del servizio sociale professionale è favorire un percorso di continuità ospedale-territorio, in collaborazione con il personale sanitario, al fine di sostenere la gestione integrata degli utenti fragili e vulnerabili. In materia di continuità assistenziale concorre ad attuare percorsi appropriati rispetto ai bisogni delle persone, facilitando e sostenendo l’adesione alle cure e l’accesso ai servizi socio-sanitari e sociali. Collabora inoltre con l’autorità giudiziaria per gli anziani che necessitano di tutele, con i consolati per problematiche riguardanti pazienti stranieri, con i centri di accoglienza/dormitori per pazienti senza fissa dimora. E a quanto pare, sono proprio i pazienti ad aver apprezzato il lavoro svolto dall’assistente sociale attivato al “Ruggi”, molti dei quali si sono dichiarati soddisfatti della presenza di questa figura professionale che rende più gradevole l’approccio ai servizi sanitari e a quelli ad esso direttamente collegati. Pazienti e familiari, infatti, hanno espresso soddisfazione per questa umanizzazione del pronto soccorso, emersa grazie alla figura dell’assistente sociale. Un presidio attento che mette al centro la persona, con i pazienti che hanno manifestato il loro gradimento congratulandosi con le scelte operate dal direttore dell’u.o.c. Antonio Petrocelli e da tutta la Direzione Sanitaria del Ruggi.