È sempre più caotica la situazione al porto di Salerno e in special modo nelle giornate del lunedì e venerdì in occasione degli imbarchi per la Tunisia. Come sempre accade, le persone in partenza sono costrette a lunghe file, assenza di servizi e caos che coinvolge inevitabilmente anche i cittadini che devono raggiungere le aree limitrofe. Ieri, complice l’estate, la situazione è nettamente peggiorata e i bagnanti che erano in zona si sono sentiti letteralmente in ostaggio. Nella mattinata di ieri infatti c’era un afflusso importante e gli animi si sono presto surriscaldati. «E’ inammissibile quanto accade in questo porto, paradossalmente non ci sono neanche bagni a disposizione se non uno, spesso in condizioni indecenti», ha raccontato un algerino in partenza per la sua terra dopo una tappa nel capoluogo di provincia. «Al porto di Civitavecchia, ad esempio, è tutto diverso e in inverno la situazione non è delle migliori. Siamo in Italia regolarmente, paghiamo le tasse ma veniamo trattati quasi come se fossimo animali», ha aggiunto l’uomo. Parole condivise da altre persone che ieri hanno ribadito di volere trattamenti migliori ma inascoltati da tutti. «Venerdì scorso qui era in partenza una donna, in dolce attesa. Aveva necessità di un bagno, non poteva aspettare l’imbarco ed è stato imbarazzante per lei, ha iniziato ad accusare lievi malori che certamente non fanno bene al bimbo che porta in grembo», ha raccontato un uomo in attesa dell’imbarco che lo ha condotto a casa dalla sua famiglia per trascorrere con loro questi giorni di Ferragosto per poi fare ritorno a Salerno per lavoro. «Non si può fare così, è una situazione rischiosa eppure paghiamo il biglietto come tutte le persone che viaggiano», ha aggiunto un’altra persona. E ieri mattina non sono mancate le difficoltà per una famiglia che voleva far ritorno a casa dopo una mattinata in spiaggia. «Sembra di essere al terzo mondo, dovrebbe esserci un’area attrezzata all’internol e chiediamo risposte alle sollecitazioni che abbiamo avanzato già diversi mesi fa». Insomma, una storia tutta all’italiana dove la sicurezza viene messa in secondo piano così come il buon senso.
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