Salernitana, cosa va e cosa non va dopo il ritiro - Le Cronache
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Salernitana, cosa va e cosa non va dopo il ritiro

Salernitana, cosa va e cosa non va dopo il ritiro

di Marco De Martino

SALERNO – Il ritiro precampionato della Salernitana è appena terminato e, come spesso accade, ha evidenziato sia luci che ombre. A due settimane dal calcio d’inizio della serie A, Paulo Sousa (nella foto di Gambardella) riparte da alcune certezze consolidate ma anche da diverse note stonate che lo stesso tecnico portoghese ha evidenziato dopo la vittoria in amichevole contro l’Augsburg. Passiamo dunque in rassegna cosa va e cosa non va nella Salernitana a 13 giorni dal match d’esordio in programma allo stadio Olimpico contro la Roma di Josè Mourinho.
COSA VA Il lungo romitaggio estivo, diviso tra Rivisondoli e Fiuggi e conclusosi con l’amichevole giocata all’Arechi contro l’Augsburg, ha consolidato i meccanismi che dallo scorso febbraio Paulo Sousa ha inculcato nel proprio gruppo. Il 3-4-2-1 molto elastico ha ancora una volta prevalso sul 4-2-3-1 sperimentato ad inizio ritiro dal portoghese. Un modulo che esalta le qualità di Candreva e Kastanos ma anche degli esterni. Sambia e Bradaric sono sembrati molto più spigliati e disinvolti rispetto alla scorsa stagione e non hanno fatto sentire la mancanza dell’infortunato Mazzocchi e delle alternative non ancora reperite sul mercato. Da rimarcare anche la consolidata solidità del pacchetto difensivo che, orfano dell’acciaccato Daniliuc e dello stakanovista Memo Ochoa, si fonda sull’accoppiata azzurrina Lovato-Pirola e sul pilastro Gyomber. Importante anche il recupero di Federico Fazio, che Sousa ritiene un tassello fondamentale sia in campo che all’interno dello spogliatoio, così come l’aver trovato un altro portiere di livello internazionale come Benoit Costil. Il francese, grazie alle sue qualità, terrà sulla corda Super Memo e saprà sostituirlo al meglio quando il messicano sarà, eventualmente, costretto a marcare visita. Per quanto riguarda il centrocampo, Paulo Sousa potrà contare ancora sullo strapotere fisico e tecnico di un Lassana Coulibaly in costante crescita. Il maliano è, più di tutti, l’ago della bilancia della Salernitana e la sua condizione atletica, già al top, fa gongolare il tecnico portoghese.
COSA NON VA Le note stonate sono diverse, a partire dalla costante assenza, suo malgrado, di Boulaye Dia. Il senegalese, tormentato dal post operazione al menisco ma anche dalle costanti voci di mercato sul suo conto, è stato il grande assente della prima fase della stagione granata. Un’assenza che ha costretto Paulo Sousa e, di conseguenza, la squadra a fare di necessità virtù. Come se non bastasse l’assenza di Dia, dal mercato non sono arrivate alternative per cercare di tamponare l’emergenza creatasi proprio in attacco dove i calciatori sono letteralmente contati. Le partenze verso altri lidi di Piatek e Valencia, oltre all’esclusione di Bonazzoli, hanno ridotto ai minimi termini il reparto offensivo a disposizione di Paulo Sousa che, oggi come oggi, può contare solamente su Botheim, unico vero attaccante di ruolo a disposizione. E se, malauguratamente, il norvegese incappasse in un infortunio o in una squalifica, la Salernitana come si presenterebbe là davanti? Una questione da inoltrare a Iervolino e De Sanctis, così come quella che riconduce alla atavica mancanza di un vice Bradaric. Se a destra la presenza di Mazzocchi e Sambia (ed, eventualmente, di Kastanos) sembra rassicurare Sousa, a sinistra il croato resta l’unica soluzione ormai da un anno a questa parte. Possibile che il mercato, da dodici mesi, non offra opportunità per colmare questa lacuna? Altro quesito da girare a patron e ds i quali, però, potrebbero rispondere a breve ingaggiando Hjelde dal Leeds. Infine il centrocampo. Vilhena è partito ed il sostituto designato, lo juventino Miretti, potrebbe arrivare nelle prossime ore dopo un lunghissimo inseguimento assieme ad un altro elemento -Nicolussi Caviglia- che farebbe comodo a Paulo Sousa per le sue rotazioni. Bohinen e Maggiore, però, almeno in questa primissima fase della stagione, non hanno offerto garanzie, nè fisiche nè tattiche nè tecniche, e potrebbe essere necessario intervenire ulteriormente sul reparto per non restare colpevolmente spiazzati a campionato in corso. Il tempo stringe e Sousa non può più attendere.