Pichetto Fratin, una lacrima sul viso - Le Cronache
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Pichetto Fratin, una lacrima sul viso

Pichetto Fratin, una lacrima sul viso

I giovani del Giffoni Film Fest con le loro legittime ansie sul futuro legate all’ambiente colpiscono il cuore del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che non trattiene le lacrime. Al festival campano sono giorni che si parla di ambiente, si presentano film e serie dedicate, si cerca di intercettare e interpretare la voglia dei giovani di rispettare la natura che ci ospita e quindi il ministro si aspettava certamente file di domande serrate (ai ragazzi non piacciono i filtri e ai giffoner ancora meno), ma quello che non si aspettava Pichetto Fratin è la passione e il dolore di Giorgia, una ragazza siciliana. Quando è il suo turno di fare la domanda, non solo si fa interprete del grido di disperazione della sua terra – “Ministro, – dice – soffro di eco-ansia. In questi giorni la mia terra brucia. Sta bruciando tutto” – ma poi scoppia in lacrime e con la voce spezzata continua: “Lei non ha paura per i suoi figli, per i suoi nipoti?”. A quel punto Pichetto Fratin, che è anche nonno di 8 nipoti come ha detto poco prima orgogliosamente alla stampa, scoppia a piangere e asciugandosi le lacrime ribatte: “Io – le risponde – ho la forza del dubbio. Glielo dico sinceramente. Ma abbiamo il dovere, ho il dovere da ministro, di impegnarmi per salvare il vostro futuro e quello dei miei nipoti”. La sala scoppia in un applauso, viene apprezzata la sincerità e l’umanità del gesto specialmente perché viene da un alto rappresentante delle istituzioni. Sono tantissime le domande che i giovani fanno al ministro, dal cambiamento climatico al contrasto alle emissioni di Co2. “Chi governa – dice – ha il dovere di leggere la realtà e ci rendiamo conto che siamo tutti condizionati dal cambiamento climatico. Lo stiamo affrontando con determinazione, ma anche con realismo e con l’obiettivo di arrivare alla neutralità delle emissioni nel 2050 e con quello intermedio del 55% entro il 2030. Dobbiamo recuperare un po’ sul passato e non dobbiamo dimenticare che nel nostro Paese i due terzi dell’energia elettrica sono prodotti ancora da fossili. Io stesso ho dovuto firmare l’atto di indirizzo per il carbone. È stata come una coltellata. Ma la realtà è questa e il mio auspicio è di ribaltare questo rapporto nel 2030 con un terzo di energia elettrica di provenienza fossile, e solo da gas, che tra i fossili è il meno inquinante”. Secondo Pichetto Fratin “bisogna misurarsi con la realtà e anche con l’economia perché il rischio è che a pagare le conseguenze di tutto questo siano coloro che sono già indietro, i poveri del mondo”. I giovani, dice il ministro, hanno un grande compito, quello di far comprendere ai governi quanto queste questioni siano importanti per loro “perché – dice – il pianeta noi ce lo abbiamo in prestito, appartiene a loro. Però sognare va bene – avverte – ma non si può perdere il contatto con la realtà. Resta la necessità di intervenire. Lo dico da nonno di otto nipoti. Sono dell’idea che l’Europa ce la possa fare ad arrivare alla neutralità delle emissioni nel 2050”. L’Italia pesa meno dell’1% nelle emissioni globali di gas serra. “Alle Cop di Parigi a quella di Glasgow l’impegno espresso – spiega il ministro – è verso quei Paesi che soffrono di più, che sono meno ricchi. L’Europa, non dimentichiamolo, è ricca rispetto a tanti miliardi di persone che vivono in difficoltà. È legittimo che i Paesi più poveri recriminino contro chi si è finora arricchito sfruttando le loro risorse e oggi questi stessi Stati vorrebbero imporre limiti alla crescita economica per la salvaguardia del clima e dell’ambiente”.