di Erika Noschese
«I suoli di Cupa Siglia, come riportato dal quotidiano Le Cronache, non potevano essere disponibili per realizzare la strutture sportiva della Salernitana». Lo ha dichiarato l’onorevole Franco Mari, deputato di Alleanza Sinistra Italiana Verdi dopo la risposta del ministro Fitto alla sua interrogazione Parlamentare, presentata mesi fa dopo la nostra denuncia. «Il Ministro Fitto ha confermato, dunque. Alla Salernitana non si è detto la verità. Si è perduto tempo prezioso fino a che la società non ha trovato, grazie ad una propria iniziativa, un’area idonea nel Comune di Pontecagnano Faiano – ha aggiunto il deputato Mari – Si è speso un importo notevole (15.569.928,60 ) per interventi non riportati nella risposta e sui quali è necessario un approfondimento. L’opera non è stata realizzata. Ed allora come sono state spese somme pari ad oltre il 50% dell’importo complessivo di 30 milioni di euro? Sono stati pagati gli espropri? Se l’area è di proprietà della Provincia chi ne è custode? Nei prossimi giorni mi recherò sul posto per una verifica di persona». Di fatti, il terreno che il comune di Salerno ha messo a disposizione della società di calcio Salernitana a Cupa Siglia per l’eventuale realizzazione di un centro sportivo in realtà non sarebbe nella sua disponibilità né in quella della provincia. “Su quell’area, infatti, insiste una vicenda non ancora definita e legata alla costruzione di un termovalorizzatore, progetto che inizialmente fu promosso dal sindaco di Salerno e che poi naufragò in quanto la provincia, che avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione, non diede seguito al progetto – si legge nell’interrogazione presentata dall’onorevole Mari – Il Governo, all’epoca, stanziò trenta milioni di euro per la realizzazione del termovalorizzatore che furono gestiti e utilizzati dal sindaco e commissario ad acta per indennizzare i proprietari dei terreni espropriati. Proprio per la cifra sborsata e poi la mancata costruzione del termovalorizzatore, il terreno passò nella disponibilità della Presidenza del Consiglio. Il ministro Fitto ha evidenziato che, secondo le informazioni fornite dal Ministero dell’interno, le interlocuzioni tra il comune di Salerno e la società Salernitana Calcio si sono limitate alla verifica della compatibilità urbanistica dell’intervento privato. Quanto alla disponibilità dell’area per l’eventuale realizzazione di un centro sportivo, il Sindaco di Salerno ha riferito che la superficie in questione era stata individuata per la costruzione di un termovalorizzatore dell’allora Commissario di Governo delegato, il quale aveva avviato le attività propedeutiche per le indagini e la progettazione, unitamente alle procedure di acquisizione dei suoli. A seguito del trasferimento delle competenze in materia alla provincia di Salerno nel corso dell’anno 2009, le procedure di acquisizione dei suoli furono portate a compimento dall’ente provinciale con decreto di esproprio del 30 marzo 2015. I terreni in questione, pertanto, risultano attualmente intestati alla provincia di Salerno. Per quanto attiene al presunto investimento e alla spesa di 30 milioni di euro, risulta, dalla documentazione agli atti del comune, che a fronte dei 26 milioni di euro di finanziamento statale, il commissario delegato (rendicontazione 2010) ha speso euro 15.569.928,60 con una disponibilità residua in cassa di euro 10.430.071,40, in seguito trasferita alla provincia per il completamento delle procedure espropriative. Per quanto concerne, infine, le iniziative che si intendono porre in essere per destinare l’area alla realizzazione di progetti diversi dal termovalorizzatore, si rappresenta che l’area di proprietà della provincia di Salerno, è classificata nel vigente piano urbanistico comunale come zona omogenea F-F31 — attrezzature di interesse generale — attrezzature varie, con previsione di «Attrezzatura pubblica di interesse generale di progetto destinata ad impiantistica del settore dei rifiuti». Ed è proprio sulla questione della proprietà che interviene l’ex assessore all’Ambiente Giovanni Romano confermando che i terreni sono di proprietà del governo nazionale e non della Provincia. «La Regione, come risaputo, ha deciso di realizzare la quarta linea del termovalorizzatore ad Acerra, portando l’impianto a dover bruciare quasi un milione di rifiuti, trasformando la zona nell’unico termovalorizzatore di tutta la Campania – ha ricordato Romano – De Luca, all’epoca dei fatti sindaco di Salerno, venne nominato dal governo Berlusconi commissario straordinario per realizzare il termovalorizzatore a Salerno». Dal governo arrivarono circa 30 milioni, undici di questi vennero utilizzati per espropriare il terreno a Cupa Siglia con costi eccessivi a due società dismesse. «Il 31 dicembre 2009 viene decretata la fine dell’emergenza e io, assessore provinciale, chiedo al sindaco di fare il passaggio della contabilità speciale perchè subentrarono le Province», ha detto ancora Romano ricordando che parte dei soldi furono spesi per il progetto del termovalorizzatore e gli espropri. Luoghi che sarebbero di proprietà della presidenza del Consiglio dei ministri perchè De Luca agiva come commissario di governo. Da assessore, Romano avviò la gara per realizzare il termovalorizzatore in via Cupa Siglia, il secondo in Campania con l’obiettivo di servire Salerno, Avellino e Benevento mentre De Luca preparò una variante urbanistica trasformando quell’area in zona per insediamenti di natura artigiani e industriali. Gara che si concluse nel mese di luglio 2011 ma con la variante urbanistica non fu possibile realizzarlo. «Quei suoli sono di proprietà di chi li ha pagati, della presidenza del Consiglio dei Ministri – ha ribadito Giovanni Romano – Forse con qualche atto successivo è stato fatto il trasferimento alla Provincia ma sono vincolati per l’uso per il quale sono stati espropriati, ovvero la realizzazione del termovalorizzatore. «Mi verrebbe da dire: ci voleva Franco Mari per saperlo? Abbiamo scoperto l’acqua calda perché con Cirielli e Iannone si presentò un esposto, informando le competenti autorità giudiziarie e contabili. Siamo arrivati con dieci anni di ritardo ed è ancor più grave perché si cerca di alienare un bene di cui non si è proprietari e questa situazione si intreccia con quella di Acerra che rischia di diventare una vera e propria bomba per la Campania perché c’è la fine del mondo lì oggi, è assurdo – ha detto infine Romano – Sul ciclo integrato dei rifiuti sono sette anni che nella nostra regione non si fa nulla, continuiamo ad esportare seicentomila tonnellate di rifiuti fuori regione, pagando cifre incredibili; dopo sette anni di amministrazione “fantastica di Vincenzo (è ironico ndr) la Campania non è in grado di essere autonoma su questo tema. Mi meraviglio dell’opposizione, poco attenti. Dormono. Bisogna leggere le carte non perdere tempo sui social come la maggior parte di loro fa».