Claudia Pecoraro: Porta Ovest, «il progetto non è affatto lungimirante, è a danno dei cittadini» - Le Cronache
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Claudia Pecoraro: Porta Ovest, «il progetto non è affatto lungimirante, è a danno dei cittadini»

Claudia Pecoraro: Porta Ovest, «il progetto non è affatto lungimirante, è a danno dei cittadini»

di Erika Noschese
«Il progetto Porta Ovest è poco lungimirante». Lo dichiara la consigliera Claudia Pecoraro del Movimento 5 Stelle che non risparmia accuse alla maggioranza Napoli.
Consigliera Pecoraro, partiamo subito da un tema caldo: il consuntivo 2022. Sono emerse delle irregolarità. Cosa ne pensa?
«Le irregolarità certificate dal Collegio dei Revisori le avevamo già segnalate e denunciate in sede di Consiglio Comunale, quando il Consuntivo è approdato in aula. Anche per chi, come me, non è un tecnico contabile, l’operazione di portare in attivo somme non ancora esigibili aveva destato allarme tanto che nel mio intervento ho anche chiesto sul punto spiegazioni all’Assessora al Bilancio. Spiegazioni che l’Assessora non è stata in grado di fornire rimbalzando ai Dirigenti dei Settori coinvolti il compito di spiegare. Ma in Consiglio comunale io esigo una spiegazione dall’Assessora, nessun altro può darmela, a meno che lei stessa sia priva di risposte! Questo, tuttavia, ci fornisce un dato, chiaro quanto disarmante: chi amministra i nostri soldi, i soldi delle cittadine e dei cittadini salernitani, non sa come farlo e ha l’arroganza di pensare che i bilanci si costruiscono ad hoc, per simulare situazioni economiche stabili, quando invece, stando le cose come accertato dai Revisori, non stiamo neanche rispettando la convenzione firmata con il Mef per il SalvaComuni. Il comune di Salerno ha dovuto aderire ad un piano di ammortamento debito che costa tantissimo alla cittadinanza (aumento mensa scolastica, aumento Irepef, aumento tassa portuale, introduzione pagamento trasporto scolastico) perché chi amministra la città da oltre 30 anni lo ha fatto cercando di coprire i buchi con mistificazioni contabili, come quella appena denunciata. Buchi creati da loro e dalla loro incapacità amministrativa».
Con alcuni suoi colleghi, lei ha acceso i riflettori sulla vicenda Porta Ovest. Cosa non la convince?
«Innanzitutto trovo poco lungimirante il progetto in sé, che si basa sulla localizzazione del porto commerciale nell’area in cui attualmente si trova. Va detto che, tecnicamente, il porto di Salerno per sua stessa conformazione morfologica e allocazione geografica, è privo di possibilità di espansione, a meno che non si voglia deturpare oltremodo la Città, accrescendolo in mare, e quindi coprendo la vista della Costiera Amalfitana. Quindi, se il porto non può crescere, non sarebbe stato più vantaggioso anche per l’economia della Città spendere i miliardi di euro che sono stati, e saranno, fagocitati dal mastodontico progetto di Porta Ovest per dislocare il porto commerciale in un’area di possibile espansione, riqualificando l’attuale zona portuale? Invece si insiste in progetti ormai antichi e senza prospettive di sviluppo economico. Oltre a questo esiste il problema della Cava del Cernicchiara che, al di là di quanto già sottolineato come coalizione nel cs dei giorni scorsi, vede a tutt’oggi inerte l’Amministrazione comunale sulla verifica di ottemperamento, da parte della Italsud che gestisce la cava, del dovere di riqualificazione ambientale dell’area, a cui la società è obbligata ormai dal lontanissimo 2016. Tutto a danno, e a spese, della cittadinanza».
Autonomia differenziata, nei giorni scorsi l deputato dem Piero De Luca ha lanciato un appello all’unità rivolto anche al centrodestra. Cosa ne pensa lei?
«Come partito siamo da sempre contrari all’autonomia differenziata, tanto da essere stati i primi a lanciare battaglia sul tema. L’autonomia differenziata senza un serio provvedimento di finanza perequativo, infatti, è una manovra che attenta seriamente alla tenuta di alcuni dei principi cardine della nostra Carta costituzionale. Vi porto due esempi, tra i tanti, che però riguardano il cittadino comune da vicino, tutti i giorni: istruzione e sanità. Pensate al sistema scolastico e al diritto allo studio comparato con quello all’uguaglianza. Creare sistemi differenziati potrebbe non garantire a tuttə l’accesso all’istruzione, ad un’istruzione pubblica di qualità. Sulla sanità il disastro sarebbe terribile. Oggi il settore privato si pone sempre come maggiormente competitivo rispetto al pubblico, fagocitando i fondi regionali. La nostra Regione vive il dramma delle liste d’attesa e dei fondi per gli esami che finiscono prima ancora che inizi il mese. Con l’autonomia differenziata l’introito sulla sanità sarà ancora minore, e andrà aumentando sempre di più il divario tra nord e sud anche rispetto alla possibilità di curarsi. Chi potrà permettersi la visita la farà. Gli esponenti del centro destra del nostro territorio devono iniziare a chiedersi se per loro vale di più la vita e la dignità delle persone che vivono intorno a loro, dei loro cari, dei loro figli, o l’ideologia di una Destra che sempre più spaventa nella sua arroganza e rivendicazione di una cittadinanza di seria A ed una di serie B. Alla fine dovranno scegliere da che parte stare, e i loro elettori lo vedranno».
Risse, furti, episodi minori. Crede che oggi Salerno possa definirsi città sicura?
«Salerno non è una città sicura armai da tempo. Oggi l’escalation di violenza a cui assistiamo è figlia della perdita dei valori sociali e culturali di riferimento. E credo che grande responsabilità l’abbia la politica salernitana e la sua degenerazione morale. Mi spiego meglio. Ho sempre creduto che essere portavoce di un gruppo di persone, in qualsiasi ambito, sia un onere, non un privilegio. E l’onere presuppone onore nell’ottemperare a quel compito. Presuppone rigore morale, trasparenza, democrazia, legalità. La politica salernitana ha perso da anni queste prerogative. La gente vede i politici come persone che vogliono solo guadagnare soldi pensando al proprio tornaconto, e nella nostra città questo è sempre stato mostrato apertamente e senza neanche un pudore istituzionale. Il mio ragionamento è semplice. Per insegnare a mio figlio a non dire parolacce, io dovrò essere la prima a non farlo. Vivere una città in cui alcuni politici non hanno rigore istituzionale, in cui viene fatta passare l’idea che se ti do un lavoro, tu devi votarmi, ed è lecito, è “normale”, quale dovrebbe essere il freno morale della cittadinanza nei confronti del rispetto degli altri e della cosa pubblica. Le società rispecchiano la tempra morale di chi le governa».
Troppi incidenti mortali sul lungomare cittadino, le misure messe in campo dall’amministrazione sono sufficienti? Quali proposte?
«Le misure messe in campo sono palliativi. La città ha bisogno di avere presidi fissi e numerosi di legalità. Servono più pattuglie per strada di Polizia municipale, servono ì buon vecchi “posti di blocco”. Ricordo che da ragazza ogni sera a piazza della Concordia c’era il posto di blocco, e noi sapevamo che non dovevamo correre con i motorini o con le macchine, altrimenti ci avrebbero fermati. Questi sono deterrenti. Del resto la funzione delle forze dell’ordine è anche di natura social-preventiva, per prevenire, cioè, la commissione degli illeciti, qualunque essi siano. Perché sapere che c’è la polizia, disincentiva. Altri temi che ho avanzato come proposta sull’argomento sono il reinserimento del Poliziotto/a di quartiere e le strisce pedonali a rampa. Queste ultime, a differenza dei dossi, non creano problemi per la circolazione dei mezzi di soccorso, ma disincentivano la velocità veicolare in maniera significativa».
Provinciali 2024, sarebbe pronta ad una candidatura?
«L’idea è quella che il MoVimento 5 Stelle ci sarà. Poi si capirà come e in che termini, si valuteranno le proposte di alleanze ove ci fosse convergenza sui nostri temi, ma la nostra presenza sul territorio salernitano non può escludersi a priori avendo il Partito espresso due consiglieri nella Città capoluogo. Per quanto mi riguarda, il Partito sa che può sempre contare sul mio appoggio, e ove dovesse ritenere necessaria la mia presenza, valuteremo insieme. Per il momento sono felice del ruolo che svolgo e mi concentro sulla mia città».
Lei è particolarmente attiva sul fronte violenza sulle donne. Quali iniziative?
«L’ultima iniziativa portata a compimento è stata quella della riattivazione del Percorso Rosa presso l’Oorr San Leonardo di Dio e Ruggi d’Aragona, per la quale si sta ancora lavorando per renderla pienamente conforme al dettato legislativo europeo e nazionale. Sto aspettando la convocazione per il Tavolo di coordinamento utile a mettere insieme tutte le realtà che operano nella rete antiviolenza del territorio così da fornire supporto concreto all’Azienda ospedaliera. Spero che anche la Asl territoriale voglia attivare la medesima interlocuzione e, come sempre, mi metto a disposizione per condividere le mie conoscenze e competenze. Ora però occorre che anche il Comune si renda soggetto protagonista, penso ad esempio all’apertura di case rifugio sul territorio. Noi siamo gravemente sottodimensionati per posti letto, non arrivando a copertura neanche del 40% dei posti che per legge un comune deve garantire, sulla base del numero di abitanti. Inoltre va attivata la formazione, all’interno dell’Ente, sulle politiche di genere, sia tra i dipendenti, sia nei confronti di chi è chiamato a interfacciassi con le donne vittime di violenza per evitare stereotipi e pregiudizi.Andrebbero avviati, quindi, corsi di formazione per Servizi Sociali, Polizia Municipale e personale addetto ai servizi alla persona, affidati ad Associazioni femministe che operano nella gestione dei Centri Antiviolenza, come imposto dalla legge. Insomma, la strada da percorrere è tanta».