“Truffa, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale su atti di fede privilegiata e per interesse privato del curatore negli atti del fallimento”. Da curatore fallimentare avrebbe fatto un investimento milionario con falso mandato intascando una parcella di 13mila euro. È l’accusa mossa all’ex presidente dei commercialisti nocerini Giovanni D’Antonio (coinvolto in passato in altra indagine) raggiunto da un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dalla procura di Nocera Inferiore con sequestro di 18mila euro. Il tutto è frutto di un’indagine del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Salerno. Scatta la sospensione della professione per 12 mesi. Sarebbe stato accertato che il professionista, approfittando della propria posizione di curatore fallimentare, dopo aver realizzato, in assenza di autorizzazione del comitato dei creditori e del giudice delegato, un’operazione di investimento dell’importo di 3milioni di euro, vincolando liquidità dell’attivo fallimentare, avrebbe distratto gli interessi generati dall’operazione speculativa, pari ad oltre 13 mila euro, trasferendone l’importo su un rapporto di conto corrente personale, radicato presso un istituto bancario di diritto estero. Tale operazione, per l’accusa sarebbe stata realizzata attraverso il confezionamento di un falso mandato di pagamento in favore del professionista, recante un fittizio logo della Repubblica e la contraffazione della attestazione grafica della firma digitale del giudice delegato. Contestualmente, al fine di occultare tali operazioni illecite, il professionista avrebbe omesso di procedere alle prescritte registrazioni nella contabilità della fallita, addebitando sui conti di quest’ultima i costi sostenuti per la realizzazione della contestata operazione speculativa. “Vige fino al terzo grado di giudizio la presunzione di innocenza, saranno le indagini e le sentenze a stabilire se l’indagato sia colpevole o innocente”, ha detto il procuratore capo di Nocera Inferiore Antonio Centore
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