di Erika Noschese
«Oggi c’è un problema relativo alle malattie infettive e credo si possa parlare di emergenza turbercolosi ed epatite C». A lanciare l’allarme il dottor Giancarlo Giolitto, medico del reparto Malattie Infettive e rappresentante sindacale dei medici per la Uil all’ospedale “Maria SS Annunziata” di Eboli intervenuto ieri all’incontro promosso da Europa Verde “Allarme sanità, quale futuro in Campania?” per accendere i riflettori sulla sanità pubblica e quella accreditata. Incontro, quello di ieri, che ha visto protagonista anche l’avvocato Dario Barbirotti, coordinatore provinciale di Europa Verde Salerno, Anna Maria Naddeo, delegata sindacale Cgil, Rsu e Ris dell’Azienda ospedaliera di Salerno e Angelo Di Giacomo, responsabile provinciale per la Sanità accreditata di Cgil Fp. Dall’incontro è emerso una situazione drammatica per la sanità salernitana e non solo con un quadro inquietante insieme a professionisti del settore sanitario, dal pubblico al privato, impegnati quotidianamente nell’offrire un servizio adeguato, nonostante tutto. «In Campania e in provincia di Salerno in particolare viviamo un’esperienza drammatica – sentenzia Barbirotti – Le cronache ci parlano quotidianamente delle difficoltà degli operatori sanitari, medici ed infermieri nel garantire il diritto alla salute, che a Salerno sembra non esserci più. Attese lunghissime, diagnosi superficiali eseguite da medici costantemente sotto pressione e in numero inferiore rispetto a quello previsto per norma». Barbirotti è chiaro però sulle necessità prossime sul territorio salernitano: «Un nuovo ospedale ha senso se ci sono i medici e le attrezzature per curare i malati. Servono risposte. Non possiamo più tacere». Ad evidenziare la situazione relativa al Ruggi la Naddeo: «Ad oggi, al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona arrivano quotidianamente, in media, circa 250 pazienti – ha spiegato Naddeo – Non sarebbe nemmeno un numero ingestibile per un ospedale medio-grande, ma lo diventa se quei pazienti giunti al Pronto soccorso sono costretti ad un ricovero anche per 7 giorni negli spazi dell’emergenza. Abbiamo dovuto aggiungere delle barelle nei corridoi e nei vari reparti ma la situazione è drammatica. Le autoambulanze restano stazionate davanti l’entrata dell’ospedale con all’interno i pazienti, in attesa che si liberi quantomeno una barella. Nel frattempo continuiamo ad avere carenza di personale, costretti a far arrivare medici a fare turni di guardia da altri reparti. Lo stesso dicasi per infermieri ed operatori sanitari, costretti a turni massacranti di 12 ore che si ripetono quasi ogni giorno». Infine, il problema della riabilitazione, totalmente azzerata. Il 99% è stato affidato al privato accreditato. . «Non voglio limitare le problematiche solo ad una questione di fondi, che pure mancano – ha dichiarato il dottor Giolitto – Vi è un pesante problema di disorganizzazione. In ospedali più di frontiera, come quello di Polla, Vallo della Lucania, lo stesso ospedale di Eboli dove opero, vi è una gravissima penuria di personale. Fortunatamente ad Eboli abbiamo ancora delle eccellenze di livello nazionale, ma non ci si può basare solo su questo. Siamo quindi a meno del 50% dell’organico necessario e l’errore umano, che diventa fisiologico in tali condizioni, è dietro l’angolo». Proprio dal reparto di Malattie infettive infine viene lanciato l’allarme su casi particolari di patologie che, se mal curate a causa delle difficili condizioni di lavoro, rischiano di esplodere: «Nell’area Salerno Sud c’era un programma di eliminazione dell’epatite C. Non è mai stato possibile fare uno screening accurato e quindi non si è mai proceduto con un’azione definitiva. Se pensiamo che oggi siamo vicini anche ad un’emergenza tubercolosi, si capisce che i problemi sono seri e potenzialmente catastrofici». Infine la questione sulla sanità accreditata con Angelo Di Giacomo: «La Regione Campania oggi è l’ultima in Italia per spesa pro-capite per cittadino. Un problema che risale al Governo D’Alema e che i governi successivi non hanno mai risolto aggiustando le quote per cittadino, considerando la nostra una regione “giovane”. Oggi la sanità accreditata ha problemi di concorrenzialità. Casi di medici in pensione che vengono letteralmente a svernare nell’accreditata, personale con stipendi non adeguati che si cancellano dai sindacati poiché posti sotto ricatto e cittadini che sono costretti a pagare anche le analisi più basilari, sostenendo spese in alcuni casi anche al di sopra delle proprie possibilità. Un piccolo Far West, dove la politica ha avuto e ha ancora oggi le maggiori colpe, figlia di clientele da oltre quarant’anni e che oggi vede il governo rifiutare di sedersi ad un nuovo tavolo di trattative con sindacati e lavoratori».