Ricorsi inammissibili e condanne definitive per 7 imputati per il gruppo capeggiato da Ciro Persico nell’ambito del processo “Prestigio che portò 16 persone in carcere e altre 22 ai domiciliari. Lo ha deciso la Corte di Cassazione confermando la sentenza dell’Appello di un anno fa i cui giudici scontarono alcune pene a carico della gang dello spaccio capeggiata Ciro Persico : lo storico rappresentante della malavita del centro storico di Salerno che era stato condannato a 16 anni dopo che in primo grado gli era stata inflitta una pena di 19 anni di reclusione. Erano state rideterminate le pene anche nei confronti di Federico Galasso (cinque anni, due mesi), Antonio Persico ( 4 anni e otto mesi), Vittorio Pumpo (7 anni e sei mesi).Quindi 2 anni e sei mesi per Maurizio De Sio, per Stefano Maisto 2 anni e 4 mesi 15 anni per Gennaro Caracciolo , ritenuto dalla Dda uno degli uomini più vicini a Persico. Dall’attività investigativa sull’omicidio di Pastena di Ciro D’Onofrio, la Dda di Salerno sviluppò l’inchiesta sulle cellule di spaccio che si rifacevano a Ciro Persico. Le indagini permisero di ricostruire come la gestione dello spaccio era suddivisa in diverse piazze (cinque quelle individuate), ognuna con un “capogruppo” di riferimento.
“Lo spessore criminale del capo del sodalizio criminoso è stato desunto proprio dal suo potere di acquistare notevoli quantitativi di droga senza versare immediatamente il dovuto, proprio perché inserito in un sodalizio nel quale aveva la funzione di dirigere, distribuendo agli accoliti le sostanze stupefacenti per le future cessioni”. Persico quindi è stato il dominus della distribuzione di grossi quantitativi di sostanza stupefacente di ogni tipo non solo nel centro storico (zona più volte sotto riflettori di autorità e stampa e preminente problematica degli abitanti del luogo, per via del degrado connesso con la diuturna attività di spaccio), ma anche in altre zone della città ed altri Comuni della provincia, grazie al coinvolgimento di personaggi di livello, sebbene non direttamente inseriti nella consorteria. Ora quelle 7 condanne diventano definitive per gli imputati che complessivamente dovranno scontare oltre mezzo secolo di carcere