di Erika Noschese
È già destinata a far discutere la cosiddetta Riforma Nordio, un disegno di legge che il ministro della Giustizia propone in Consiglio dei ministri, diviso in 8 punti e contiene modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento giudiziario. Il testo contiene anche un’interpretazione autentica sui requisiti di età massima per i giudici popolari delle Corti d’Assise. A fare il punto della situazione il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Gaetano Paolino.
Presidente, a proposito del decreto Nordio qual è la posizione dell’Ordine degli Avvocati di Salerno e quale la sua?
«Il problema è che le riforme devono essere attuate man mano. All’inizio, la Cartabia è stata ispirata a ragioni di disposizioni europee e di indicazioni necessarie per rendere più agili i giudizi e meno lunghi, man mano c’è stata una fase di studio di questi sei mesi circa e, specie nel campo penale, sono stati introdotti dei correttivi con un disegno di legge di qualche giorno fa che va nel segno di dare maggiori tutele agli operatori del diritto, in particolare ai soggetti interessati da provvedimenti penali e quanto altro. Ben vengano queste integrazioni perché all’inizio è stato introdotto tutto questo coacervo di norme e adesso che ci sono incontri di studio fatti da avvocati, magistrati e docenti universitari, si sta facendo chiarezza su alcune norme che non andavano e non vanno bene. Ben vengano i correttivi, l’importante che il disegno non sia fatto soltanto per eliminare contenzioso o per ridurne i tempi ma per tutelare a pieno la funzione degli avvocati e rispettare chi viene sottoposto a procedimento penale».
Si rivede anche l’uso delle intercettazioni…
«Sì, ci vorrebbe un po’ più di riservatezza; sarebbe opportuno non pubblicare subito determinate notizie soprattutto se si è in fase embrionale, quando si valutano determinate posizioni di soggetti che possono far parte della pubblica amministrazione, settori economici e così via. Non si può dare subito una notizia quando si è ancora in una fase preliminare di verifica, studio, determinazioni di indizi e prove».
Lei prima parlava di maggiori tutele per gli avvocati. Secondo lei, allo stato attuale, non sono abbastanza tutelati?
«Bisognerebbe tutelare a pieno gli avvocati perché tutelare la funzione di indipendenza e il diritto al contraddittorio significa andare nel segno del rispetto anche degli imputati. Ben vengano le riforme ma devono essere razionali e non devono chiudere determinati istituti, magari dibattuti, che garantivano determinate attività. Il sistema dovrebbe essere finalizzato ad un miglioramento, alle conquiste fatte in tutti questi anni».
Tra le tante novità, la necessità di ridurre i tempi per i concorsi relativi ai magistrati…
«Purtroppo, la burocrazia così come la formazione delle commissioni, crea problema ma l’importante è che quando si fanno i concorsi – anche relativamente all’assunzione di magistrati – bisogna prestare la massima attenzione, nominare il meglio in termini di commissione perché negli ultimi tempi sono state dettate tracce che sono state sbagliate in alcuni punti. Bisogna prestare la massima attenzione, chi governa la giustizia come avvocati e magistrati deve essere messo in condizione di operare, abbiamo bisogno di qualificazione e non a caso per gli avvocati in questo periodo si pone l’ulteriore sfida dell’applicazione delle riforme, del miglioramento e delle specializzazioni perché bisogna offrire al cliente un professionista serio, competente, preparato che rispetta i principi dell’indipendenza, dell’attività e si batta per tali principi anche il cittadino si sentirà più tutelato».
A proposito di riforma Nordio, nel complesso, promossa o bocciata?
«Non possono esprimermi, non tratto il diritto penale ma l’amministrativo. Solo con la pratica si potrà capire se sono necessarie ulteriori modifiche e se questi istituti sono idonee o meno. Come Osservatorio sulla Riforma Cartabia stiamo valutando tante decisioni in materia civile e penale, soprattutto per quanto riguarda le novità».