di Arturo Calabrese
Il dilagare della peste suina africana spaventa sempre più i cittadini. Alcune carcasse di cinghiali sono state rinvenute anche nell’area rurale che circonda il comune di Serre, dove tra l’altro insiste un’oasi naturalistica, e ciò fa ben capire la portata del diffondersi dell’epidemia.
Tale epidemia, al netto dei danni che potrebbe causare all’economia zootecnica dell’intera regione, sta per diventare un grave problema per l’intera filiera dato che proprio l’espandersi a macchia d’olio dei contagi sta sempre più preoccupando la popolazione e di conseguenza i consumatori di carne suina. Su questo aspetto, interviene l’Unione Regionale Macellai Campania nella persona del presidente Francesco Maiorano, proprietario di una rivendita nel centro di Battipaglia. «C’è preoccupazione e anche tanta – dice – ma in qualità di macellaio e di presidente dell’associazione che raggruppa gli imprenditori del settore in Campania posso affermare che non c’è da preoccuparsi. In primis, perché il virus della peste suina africana muore se sottoposto ad alte temperature muore e dunque basta una semplice cottura, a cui tutti gli alimenti dovrebbero essere sottoposti, per debellare ogni tipo di problematica. Pare scontato dirlo – aggiunge il presidente Maiorano – ma cuocere gli alimenti, in particolar modo la carne, è il primo e più completo passo per renderli sicuri per il consumo umano. In secondo luogo, la filiera della vendita di carne suina è altamente controllata: a cominciare dall’allevamento e finendo nei banchi di una macelleria». Maiorano spiega come funziona l’intera filiera: «I veterinari controllano gli animali fin dalla loro nascita, lo fanno prima della macellazione ed anche subito dopo. Si accertano che non siano presenti agenti patogeni che possano nuocere al consumatore al fine di fare arrivare sulle tavole un prodotto sano e per nulla pericoloso per la salute umana. Tutta questa preoccupazione, dunque, non deve esserci». A questo punto, Maiorano fa un excursus storico sul recente passato e sulle difficoltà vissuta durante alcune emergenza sanitarie: «Ricordo la vicenda dell’aviaria – le sue parole – quando cioè si aveva paura di comprare la carne bianca. Tutto poi finì e non venne corso alcun rischio. Sarà così anche per la peste suina africana, ma l’importante è rassicurare i cittadini ed i consumatori – aggiunge – la carne di maiale è sicura e di certo non si venderanno mai pezzi contagiati perché non passerebbero i rigidi controlli dell’azienda sanitaria locale. Non c’è pericolo – conclude – possiamo stare assolutamente tranquilli». Importante è l’appello del presidente Maiorano anche perché la paura nella popolazione diviene normale quando la Regione presenta misure drastiche per contenere il contagio. Si parla, a distanza di qualche tempo da quelle del Covid, nuovamente di “zone rosse”, ma esse sono state istituite per evitare che il virus arrivi agli allevamenti. Non pericoloso per l’uomo, il patogeno porterebbe alla morte i maiali e dunque una grande perdita economica per le aziende di settore.