De Giovanni si è lasciato trascinare dove non sta bene e non dovrebbe stare - Le Cronache
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De Giovanni si è lasciato trascinare dove non sta bene e non dovrebbe stare

De Giovanni si è lasciato trascinare dove non sta bene e non dovrebbe stare

di Salvatore Memoli

Perché usare lo stesso stile di De Giovanni, rispondendo con acredine e luoghi comuni? Lo sport e la cultura camminano su binari paralleli, non si incrociano e non si contaminano. Sono mondi a volte distanti, a volte sovrapposti che conducono una civiltà nello stesso posto. In alto o nelle profondità, retrovie di un vivere quotidiano che non si eleva con le emozioni e le fredde reazioni. De Giovanni ci ha emozionato con la sua letteratura e ci ha regalato lo stupore di vedere la nostra Campania in prima serata, con i suoi angoli, le prospettive, gli ambienti che hanno valorizzato i suoi testi e ci hanno restituito una dimensione del Sud ricca di storia, cultura ed emozioni sottili di nostalgia e di amore. Tra De Giovanni e Salerno non ci può essere distanza, si deve correggere ciò che crea fratture , incomprensioni, equivoco e frustrazione. Tutto qui! Enzo Napoli da fine intellettuale deve recuperare per tutti l’amicizia macchiata, invitando, oltre le invettive, la tifoseria salernitana e De Giovanni, accompagnati da Iervolino e De Laurentis, per una grande serata di sana testimonianza di altri valori, non divisione e acredine.
Lo sport e la cultura devono camminare insieme e debbono sorreggersi contro le derive, inclusa la tempestosità di un tifo che sospinge all’esagerazione, all’emotività, alla rivalsa ed inevitabilmente a qualche empito trash.
De Giovanni non doveva cadere in questa provocazione e da par suo doveva usare la comunicazione che é congeniale per superare qualche errore di stile. Allo stadio gli arbitri sono cornuti, ma non si é mai visto una consorte o un’associazione di mogli di arbitri dare l’ostracismo ad una tifoseria o ad una città.
Può darsi che il tifo va educato, ma non si può nemmeno imprigionare una manifestazione di spontaneità in un coro di bambini da prima comunione! É la vita con le sue intemperanze, le sue originalità, le sue gioiose diversità a prevalere e gli uomini colti a saper coltivare prudenza, buonsenso, lungimiranza e costruzione di una civiltà superiore, come una prospettiva a cui tendere.
Se i tifosi salernitani hanno difeso la loro città e i loro colori, De Giovanni non ha difeso il suo ruolo di valente intellettuale e si é lasciato trascinare dove non sta bene e non dovrebbe stare.
Ad Enzo Napoli, sindaco salernitano, intelligente e colto, recuperare questa incrinatura e farla diventare, per Salerno,una testimonianza positiva di valori belli dello sport e della cultura, per tutti.
Senza nulla togliere alle differenze, alle ricchezze di parte, alla naturale tendenza a sostenere la propria parte. Se si é capaci di andare oltre, ci sarà un urrà per tutti!
Il calcio é un gioco di regole, di spazi e movimenti dettati da un sano agonismo. Il tifo ne é l’anima, la colonna sonora di 90 minuti di gioco che si coniugano per tutta la durata di un campionato. Come é possibile pensare a stare insieme avendo come comune obiettivo quello di offendere l’avversario?Tuttavia come é possibile pensare che uno stimolo irriverente di una parte possa essere vissuto come un’offesa da combattere senza misura perdendo la dimensione del gioco?
Ci si può sfidare sempre senza dimenticare di stringersi la mano, ad ogni fine partita.
Salerno é città aperta.