di Erika Noschese
«Non è possibile pensare che il giudice di Pace possa essere delocalizzato in zone lontane perché sarebbe un danno gravissimo per l’avvocatura rispetto alla Cittadella che oggi è al centro di Salerno». Il monito arriva dall’avvocato Silverio Sica, già presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno che riaccende il dibattito sulla destinazione d’uso dell’ex tribunale di Salerno dopo il trasferimento di gran parte delle attività presso la Cittadella Giudiziaria. «Il vecchio Palazzo di Giustizia, nel cuore di Salerno, deve restare polo giudiziario, memoria storica dell’Avvocatura, polo di formazione professionale e gli avvocati devono vigilare perché la mano della speculazione è lunga e fortemente intrecciata con poteri forti e diversi – ha aggiunto ancora l’avvocato Sica – La destinazione è quella: avvocatura, magistratura e università che occupano questo storico palazzo e fanno un centro di formazione. Tra l’altro, il giudice di pace è un momento che interessa almeno il 50% dell’avvocatura, la popolazione con un importante afflusso di persone e questo significherebbe svuotare il centro. Sarebbe un danno per il commercio, le attività; non ci possono essere progetti alternativi a quello che si è già realizzato, ovvero una sistemazione decorosa per il Giudice di Pace, il servizio notifiche che interessa l’80% dell’avvocatura». Tra le ipotesi al vaglio, attenzionate anche dalla politica locale e nazionale, quella di una sede distaccata dell’Università degli Studi di Salerno, con una scuola di formazione per studenti della facoltà di Giurisprudenza. Ipotesi questa che trova il pieno consenso dell’avvocatura salernitana: «Ben venga una scuola di Formazione, come avvocatura abbiamo dato da sempre l’assenso perché formare prima i giovani universitaria, a contatto con la professione viva, è qualcosa di grande importanza. Penso vi sia lo spazio anche per una sede dignitosa della Scuola di Formazione universitaria, insieme alla nostra; bisogna impedire la realizzazione di progetti differenti che potrebbero addirittura essere speculativi, come accaduto per il Palazzo delle Poste, oggi quasi una residenza privata nonostante sia un simbolo di Salerno con un’architettura notevole, pavimenti di grande pregio con vere e proprie opere d’arte – ha aggiunto l’ex presidente dell’Ordine degli Avvocati di Salerno – Il primo obiettivo è impedire qualsiasi forma speculativa, poi dare al Palazzo la destinazione coerente all’interesse del centro cittadino che non può essere svuotato e portato in una zona lontana; abbiamo un Palazzo di Giustizia al centro, scelta che fu all’epoca criticata ma che noi approvammo non certo per l’interesse dei nostri studi». E, dunque, l’appello alla politica a trovare una destinazione d’uso che non vada a snaturare il vecchio Palazzo di Giustizia, lasciando la struttura sede giudiziaria, di formazione dell’avvocatura e delle giovani leve, realizzando lì un connubio tra professioni del mondo giudiziario e facoltà di giurisprudenza.