Presentata ieri mattina a Palazzo di Città la XIII edizione del Festival extracolto del Conservatorio “G.Martucci”, che vedrà protagonisti dal 19 al 21 maggio al teatro Augusteo Paolo Fresu e il Devil Quartet, Ron e Marco Zurzolo
Di Olga Chieffi
Rubiamo il titolo ad un manifesto del be-bop firmato da Charlie Parker, “Now’s the time” per dare il buon viatico alla XIII edizione del Jazz&Pop festival del Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” presentato ieri mattina dalla direzione della massima istituzione musicale cittadina, ospite di Ermanno Guerra nel Salone del Gonfalone di Palazzo di Città. Debutto quello di Fulvio Maffia al quale è stato da qualche giorno rinnovato il mandato, e che unitamente alla produzione del Conservatorio ha continuato su di un binario ben vivo che è quello, in primo luogo, di proporre una serata di jazz puro, che quest’anno vedrà il 19 maggio sul palcoscenico del teatro Augusteo il Paolo Fresu Devil Quartet, con il leader alla tromba e al flicorno, Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, il grande nome del cantautorato italiano che saluterà la performance di Ron, il 20 maggio e la chiusura con Marco Zurzolo che presenterà il suo ultimo progetto dedicato a Mario Musella e ai suoi Showmen il 21 maggio. In un Ginnasio ateniese, Platone confidava ai discepoli le ansie e gli abissi di quel suo viaggio incredibile e appassionato verso il mondo sublime dell’ Idea, indicando loro i tratti salienti dell’educazione dell’Uomo d’oro: “Or con la ginnastica e la musica, a quanto prima dicemmo, noi li educavamo”. E i discepoli potevano ammirargli le grandi spalle di atleta coronato ad Olimpia. Il Presidente Luciano Provenza, sulle tracce del nostro Sindaco, che ama congedarsi con qualche citazione, ha inteso ricordare la base dell’educazione e dell’etica musicale nel Platone de’ “La Repubblica” e de’ le “Leggi”, prima di addentrarsi nella Manus Guidonica, per riaffermare che gli spazi del monastero di San Nicola della Palma che ospita il conservatorio, benedettino come Guido D’Arezzo, sia stato assicurato all’istituto per altri 19 anni. Ermanno Guerra delegato alla cultura dell’amministrazione comunale ha insistito sull’offerta spettacolare variegata sia della città che del festival stesso, un volano per i turisti che nei weekend affollano Salerno. Le aperture delle tre giornate saranno a cura degli studenti del dipartimento jazz e pop del Conservatorio e Guglielmo Guglielmi con tutti gli altri docenti, ha inteso rinverdire quella tradizione del confronto tra allievi e insegnanti, leggio a leggio, che avviene anche negli ensemble classici e in orchestra, su di una ribalta prestigiosa come quella del teatro Augusteo, su quelle stesse tavole dove personalmente lo ricordiamo giovanissimo non assiso al pianoforte ma imbracciando un sax tenore. Il 19 ad aprire il concerto saranno il crooner Antonio Valentino, le vocalist Vittoria Lo Monaco, Sara Renèe Piccirillo, Marianna Tutela e Roberta Vellucci, con Giuseppe Alfano alla tromba, Pasquale Geremia al sax tenore, Christian Carola al trombone, Francesco Serra al pianoforte e tastiere, unitamente a Guglielmo Guglielmi piano conductor, Fabiana Esposito alla chitarra elettrica, Gaetano Del Prete al basso elettrico e Angelo Gregorio alla batteria. Una New Generation tra bop e vocalese con tre titoli importanti da Joy Spring di Clifford Brown, Moody’s Mood for Love datata 1952 by Eddie Jefferson e appunto James Moody e Girl Talk di Neil Hefty, prima di salutare il pubblico con Tomorrow (A Better You, Better Me) di Quincy Jones. Palco quindi per il Paolo Fresu Devil quartet il gruppo più “elettrico” del jazz italiano degli ultimi anni, che mette insieme autentici specialisti dei loro strumenti in una nuova e sorprendente versione acustica, raggiungendo un risultato finale, che, come avviene sempre nel jazz ben suonato, è superiore alla somma dei singoli. La regia sapiente di Fresu governerà una musica che lui stesso definisce “melangé”, frutto di incroci di stili e linguaggi diversi, intensa, aperta, innovativa. Il giorno successivo “Sono un figlio Live Tour” farà tappa all’Augusteo. La tournée teatrale di Ron porta il titolo del nuovo album di inediti dell’artista lombardo. Insieme ad Abitante di un corpo celeste, Più di quanto ti ho amato, Sono un figlio e il recente I gatti, Ron presenterà dal vivo le altre canzoni del disco, tra cui Diventerò me stesso e Questo Vento, brani che confermano la personalità sensibile e raffinata di un indiscusso protagonista della musica d’autore del nostro Paese. La scaletta del tour avviato nei mesi scorsi prevede anche i grandi classici, da Joe Temerario a Vorrei incontrarti fra cent’anni, da Anima a Il gigante e la bambina, da Chissà se lo sai fino alla celeberrima Una città per cantare, passando per Non abbiam bisogno di parole e Piazza Grande. Ma troveranno spazio anche canzoni che l’artista ha raramente proposto dal vivo, tra queste Palla di cannone (cover di Cannonball di Damien Rice) e Mi sto preparando (cover di I’m getting ready di Michael Kiwanuka) dall’album “Way Out” del 2013. Sul palco con Ron, alla chitarra, pianoforte e voce, ci saranno Giuseppe Tassoni alle tastiere, Roberto Di Virgilio alle chitarre, Roberto Gallinelli, al basso, Matteo Di Francesco alla batteria e Stefania Tasca cori, piano e chitarra. Gran finale nel segno di Pino Daniele, il 21, con i Lazzari Felici di Sandro Deidda in apertura, un classico settetto acustico jazz, formato da sezione ritmica più percussioni e tre fiati, specializzati in versioni strumentali dei brani di Pino Daniele con Paola Forleo affermata professionista, il M° Guglielmo Guglielmi al pianoforte e un coro di studenti, scelti dalle classi di canto jazz e pop del nostro Conservatorio. E Lazzaro Felice lo è anche Marco Zurzolo che chiuderà il Festival presentando il progetto The New Showmen nel segno di Mario Musella, una delle migliori voci del panorama italiano degli anni ’70.