Agropoli, Prefettura conferma incongruenze - Le Cronache
Agropoli Provincia

Agropoli, Prefettura conferma incongruenze

Agropoli, Prefettura conferma incongruenze

Vanno avanti le verifiche della Prefettura per il ricorso inerente al voto ad Agropoli del 12 giugno. Il vice prefetto incaricato dal Tar Amantea ha verificato i dati della sezione numero 21, all’esito della verificazione è confermata la discordanza tra votanti e schede autenticate.

Nello specifico, come si evince dai verbali della sezione numero 21, il numero di voti assegnati ai candidati a sindaco sono stati modificati in un secondo momento. Stando ai verbali: i 104 di Raffaele Pesce sono diventati 57, i 521 dell’attuale sindaco 563, i 137 di Massimo La Porta 143 e gli 82 di Elvira Serra sono diminuiti a 79. Chi ha fatto ciò? Perché? A chi sono ascrivibili le colpe? Domande che per il momento rimarranno inevase perché non è ruolo del Tribunale amministrativo regionale a cui pesce ha chiesto lumi. Qualcosa si potrà sapere in un secondo momento se si dovesse andare avanti. In ogni caso, lo stato dell’arte è quanto espresso e cioè ciò che si evince dai verbali. «Ricordo solo che per 5 voti la lista “Liberi e Forti” non ha ottenuto il secondo consigliere (oltre a sé stesso, ndr) – dice Pesce – non aggiungo altro, sono alquanto disgustato più che amareggiato. Si può vincere e si può perdere – conclude – ma il voto è sacro». I lavori della Prefettura, adesso, vanno avanti perché il Tar ha ne ha disposto altre oltre a quelle già concretizzate nei mesi scorsi.

Al termine, i giudici del Tar vaglieranno quanto scritto dal viceprefetto Amantea e lavoreranno ad una decisione. La prossima udienza è stata fissata per il 7 di giugno. In seguito, arriva la sentenza che potrebbe essere molto pesante per l’attuale amministrazione guidata da Roberto Antonio Mutalipassi. Il sindaco, adesso, trema perché si è accertata la discrepanza e tutto può davvero succedere. In città, in particolare dal mondo delle opposizioni extra consiliari, si chiedono le dimissioni del primo cittadino, alla luce proprio di quanto emerso. «Non c’è nessuna colpa né si deve additare la responsabilità a qualcuno – dice un cittadino – ma proprio per rispetto della democrazia, che è stata palesemente violata, dovrebbe rassegnare le dimissioni. In seguito, si tornerà alle urne ma lo si farà rispettando il voto e la sua sacralità senza alcun errore, manomissione o incongruenza». Sulla graticola, dunque, il sindaco che sulla vicenda non si esprime e come lui rimangono in silenzio sia gli assessori che i consiglieri di maggioranza. A giugno, dunque, si saprà il destino amministrativo di Agropoli, a circa un anno dalle elezioni incriminate.