Il Vaticano gela i sogni di speculazione immobiliare  del monastero delle monache clarisse sfrattate a Ravello - Le Cronache
Ultimora

Il Vaticano gela i sogni di speculazione immobiliare  del monastero delle monache clarisse sfrattate a Ravello

Il Vaticano gela i sogni di speculazione immobiliare  del monastero delle monache clarisse sfrattate a Ravello

Di Antonio Manzo

Sull’affaccio stupendo della Costiera Amalfitana si riflette uno dei più significativi capitoli del Vaticano degli affari. Che torna prepotentemente d’attualità. Con un motu proprio di Bergoglio, cioè une “legge” emanata dal Papa, entro la fine del mese ingiunge il passaggio allo IOR di tutti i beni ecclesiastici, quindi anche del monastero sfrattato di Ravello reso libero con la cacciata delle suore e finito nelle mire di un gruppo di imprenditori della Costiera, pronti ad acquistarlo e trasformarlo in albergo.La bellezza asseconda le mire diaboliche su un preventivato e potenziale affare di 50-60 milioni di euro a Ravello, pari all’attuale valore immobiliare del convento delle monache di clausura dell’Ordine delle Clarisse recentemente al centro della cronaca per uno dei tanti casi di svuotamento, a volte drammaticamente coatto dei monasteri, anche (soprattutto) per carenza di vocazioni. Ora non ci sarà bisogno di nessuno sfratto da parte della congregazione per i religiosi o del Dicastero Vaticano della Vita consacrata, per i conventi ormai ritenuti dagli stessi ecclesiastici del tutto inutili per crisi di vocazioni come accaduto per Ravello o, per motivi opinabili, del monastero delle Benedettine di Pienza molto più numerose ed anch’esse sfrattate per futili motivi (erano accusate di avere un sito web e di confezionare marmellate ai fini della sussistenza). Le monache furono ingiustamente cacciate e ritenute dalla stampa semplicisticamente “ribelli”. Lo raccontò su “Il Messaggero” la vaticanista Franca Giansoldati con una storia dello sfratto durato due anni e analizzato da Marco Tosatti sul suo blog di fatti e retroscena vaticani. 

Se a Ravello avessero aspettato poche settimane senza procedere fulmineamente con lo sfratto esecutivo di tre monache si sarebbero trovati ad evitare il commissariamento deciso dal dicastero per Vita consacrata ed il convento sarebbe passato in gestione allo IOR.

Ci ha pensato Papa Francesco, a mettere fine alla storia del purtroppo già eseguito sfratto.

Al Papa era stato donato il gioiello del monastero di Ravello che avrebbe dato un taglio netto a tutti i progetti dopo lo sfratto drammatico delle ultime suore. Ora sarà l’avvocato Rotale, Fabio Adernò a trovare le vere motivazione dietro lo sfratto dopo aver tentato di ottenere ragioni inutilmente presso il Dicastero della Vita consacrata.   

Il motu proprio di Papa Francesco, che equivale ad un provvedimento avente forza di legge, ha deciso che il patrimonio della Chiesa è unitario, sovrano e non frazionabile. Gli enti devono limitarsi alla mera amministrazione come bene comune.

Cosi la rivendicazione del “diritto nativo” della Sacra Sede di acquistare beni temporali mette fuorigioco tutti i dicasteri vaticani titolari di autonomia giuridica sulla gestione dei beni ecclesiastici.  Quindi, anche il Dicastero per la vita Consacrata che aveva commissariato il convento di Ravello sfrattando le povere suore rientra tra gli enti che non potranno più liberamente disporre del patrimonio della Chiesa.

Per tutti i beni ci sarà la gestione centralizzata dello IOR- Istituto Opere Religiose- che dai tempi di Papa Benedetto XIV si è trovato al centro di numerosi scandali (l’allora direttore Gotti Tedeschi fu ingiustamente cacciato, reo di aver compreso prima dei prelati soprattutto l’ingarbugliato groviglio finanziario poco trasparente della Sante Sede).

Probabilmente anche a Ravello comanderà lo IOR e Papa Francesco rende chiara le intenzioni della chiesa di ritardate o allentare lo sciacallaggio in corso ad opera degli imprenditori locali che prendono di mira i monasteri per trasformarli in avveniristici B&B o lussuosi hotel a cinque stelle.

Non comanderanno più i potentati locali (nel caso di Ravello il Dicastero per la vita Consacrata) e tenta di bloccare le aspirazioni, legittime, di imprenditori della Costiera pronti a realizzare il progetto di rivalorizzazione immobiliare del convento.

Non sono più progetti preliminari e le dichiarazioni di intenti degli imprenditori potrebbero risultare inutili negli uffici del comune di Ravello. Il Papa ha ribadito le sue chiare intenzioni di riorganizzare la finanza della Santa Sede. Si tratta paradossalmente di una delle più aspre critiche rivolte al suo papato ed evidenziate lucidamente da uno dei maggiori oppositori, l’ex nunzio apostolico in America monsignor Carlo Maria Viganò.

I precedenti in riferimento alle azioni di Papa Bergoglio risalgono ai tempi di Giovanni Paolo II, quando le congregazioni vaticane godevano di autonomia per la gestione dei beni ecclesiastici (basta ricordare la svendita di un palazzo storico al centro di Roma all’ex ministro Lunardi).

Ravello e lo sfratto delle suore è passato in silenzio nella curia competente per territorio (Cava dei Tirreni). La stessa curia che assistette al depauperamento finanziario del Santuario dell’Avvocatella.

1 Commento

    Suor Massimiliano e suor Angela dovrebbero ricevere scuse e diventare di nuovo suore, loro hanno soltanto lottato per evitare speculazioni su un patrimonio della Chiesa.

Comments are closed.