Alberto Cuomo
Alla chetichella, quatto quatto, senza che i gazzettini l’abbiano rilevato e senza che qualcuno se ne sia accorto, salvo a verificare una riduzione del proprio stipendio o del proprio assegno pensionistico (le partite iva ne avranno contezza all’atto della dichiarazione annuale) non colmata dagli adeguamenti Istat definiti dal governo, De Luca ha aumentato le tasse per tutti noi che viviamo in Campania. Nell’attuale situazione di disagio delle famiglie, derivante dall’aumento dell’inflazione, mentre in altre Regioni i presidenti hanno abbassato le aliquote irpef regionali, la nostra Regione, che oltretutto è tra le più povere del paese, no, non ha abbassato gli stipendi ai consiglieri e agli assessori regionali, né De Luca si è impegnato in una spending review riguardante le alte spese dell’ente che presiede cui corrispondono servizi inefficienti, ma ha preferito invece tassare i cittadini con più alte aliquote dell’irpef regionale. Tutti dovranno contribuire al nuovo balzello che, escluso solo per i redditi minimi, va dall’aliquota 1,73%, per i redditi fino a 15mila euro, a 3,33% per i redditi superiori a 50mila euro lordi, rispetto all’aliquota precedente del 2,3%. Ma evidentemente il nuovo gettito non basta a determinare una partecipazione congrua nei trasferimenti correnti o per funzioni delegate agli enti locali e quindi ecco che i comuni campani, tanto più quello deluchiano di Salerno, si apprestano ad aumentare anche l’aliquota dell’irpef comunale. È noto che il comune di Salerno abbia un forte disavanzo nelle spese amministrative, tanto che l’assessora Adinolfi ha fatto salti mortali per far quadrare l’ultimo bilancio. Di recente Alfonso Malangone ha messo in luce i giochi di fantasia, del tutto illusori, messi in atto in bilancio su come ridurre, secondo il contratto con il governo, il disavanzo attuale di circa 170 milioni di euro a 100 milioni di euro nel 2024. Tra le tante cifre fantastiche, del tutto incerte, riguardanti le entrate, derivanti da presunte alienazioni del patrimonio immobiliare comunale, dai risparmi sulle spese delle municipalizzate, etc. una delle voci concrete ai fini del rientro è quella dell’addizionale comunale irpef che dovrebbe portare nelle casse comunali ben oltre 5 milioni l’anno. Il piano del comune prevede che l’addizionale comunale Irpef, attualmente allo 0,8%, aumenti al 0,9% nel 2023 e all’1,1% nel 2024 e nel 2025 con indici oltretutto non utili a contribuire efficacemente al rientro del disavanzo. È facile prevedere quindi che si ricorrerà ancora in qualche altro modo alle tasche dei cittadini, con aumenti dei costi dei servizi e delle altre tasse comunali quali Imu e Tari. Del resto la Tari a Salerno è già una delle più alte d’Italia. Non si può non considerare come molti sprechi che hanno condotto al disavanzo siano stati determinati dalla grandeur di De Luca, il quale ha sperperato il denaro dei cittadini pagando profumatamente progetti e persone spesso inutili. Si ricorderà dell’inutile concorso per gli edifici-mondo con partecipanti e commissione superpagati e della costruzione sospesa del palazzetto dello sport all’Arechi. O dei 6 milioni di euro pagati per il progetto della Cittadella Giudiziaria all’architetto Chipperfield, allorchè il calcolo della parcella in termini di legge era al più di un solo milione. O dei 2 milioni di euro pagati all’architetto Ricardo Bofill per il progetto del cosiddetto crescent ad uso privato. E che dire dei costi della stazione marittima che sono stati ben 10 volte più alti di quelli di un edificio di analoga cubatura per decine di milioni di euro. O degli altissimi costi della cosiddetta piazza della libertà che ha sforato per circa due volte le previsioni di spesa giungendo a ben oltre i 20 milioni di euro. Senza contare i costi del Piano di Oriol Bohigas pagato con 350mila euro per ognuna delle numerose Aapu, una cifra che, a norma di legge, sarebbe bastata a pagare la redazione dell’intero progetto urbanistico. Costi che hanno deteriorato le casse comunali senza che nessun giudice contabile abbia voluto vederci chiaro (chi sa anche loro sono andati a Berlino). Appare evidente come una politica che punti a tartassare il cittadino si riverberi sul declino dell’intera città. Infatti, se già le maggiori tasse determineranno una riduzione dei consumi, al fine di sfuggirle è probabile si assisterà anche ad una fuga da Salerno incidente ulteriormente sull’abbassamento della spesa. In questo senso la città sarà sempre più meno ricca con minori occasioni di lavoro in una decadenza inarrestabile. Forse sarebbe il caso di aumentare le tasse ai soli elettori del “sistema” De Luca che hanno plaudito agli spechi in nome della Salerno europea che invece, con l’invasione del cemento, appare sempre più simile ad un agglomerato del terzo mondo. Oltretutto non sarebbe difficile individuare gli elettori-complici di De Luca presenti sui social e in qualche archivio clientelare.