di Pina Ferro
«Noi abbiamo voluto sempre instaurare un clima di grande collaborazione, di grande confronto e, un mancato invito della Camera penale è una cosa estremamente grave».
Anche l’avvocato ed ex presidente della Camera Penale di Salerno Michele Sarno è intervenuto duramente sul mancato recapito dell’invito, da parte della Corte di Appello di Salerno, alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario.
Cerimonia che si è svolta nella mattinata di ieri presso la Cittadella Giudiziaria.
Avvocato Sarno, la Camera Penale esclusa dalla lista degli inviti per l’inaugurazione della cerimonia dell’anno giudiziario…
«E’ una cosa che dispiace per due ordini di ragione: oggi è una giornata particolare e formuliamo gli auguri e l’attestato di stima nei confronti di un grande magistrato che ha segnato la storia nostra comunità che è il dottore Primicerio che andrà in pensione. Però devo dire che la presidenza della Corte di Appello ha fatto qualcosa che veramente, diciamo, non è in linea con quel clima che noi abbiamo voluto sempre instaurare, un clima di grande collaborazione e di grande confronto. Il mancato invito della Camera Penale è una cosa estremamente grave. Significa voler mettere nel cono d’ombra una parte dell’avvocatura fondamentale nel diritto di difesa dei cittadini».
Il mancato invito potrebbe essere spiegato con un errore del cerimoniale?
«Io agli errori che credo poco perché se poi si verifica che, invece, tanti altri inviti sono arrivati non credo proprio che sia un errore. Non riesco a comprendere le ragioni, mi meraviglia profondamente. Però mi rendo conto che stiamo attraversando una stagione estremamente difficile e che, invece, bisognerebbe comprendere che per una corretta amministrazione dal giustizia e per la risoluzione dei problemi bisognerebbe, tutti, remare nella stessa direzione. Come ho detto qualche giorno fa: non esistono marinai più periti e marinai imperiti, esistono i marinai che devono remare, tutti, nella stessa direzione.
Un anno giudiziario che riprende dopo alcuni anni è legati alla pandemia e che quindi hanno escluso la presenza e la partecipazione di tante persone dell’avvocatura
«Sì è questo uno dei temi. Il fatto che oggi gli avvocati siano costretti, in molti casi a dover, addirittura, fare una richiesta per la presenza credo che apra una visione che non è proprio piacevole Io ricordo a me stesso delche le conquiste sono rappresentate proprio dalla località, dalla partecipazione attraverso la quale anche il cittadino può verificare quello che accade altrimenti facciamo riecheggiare delle vecchie logiche dove i processi si facevano nel silenzio e la pena veniva applicata pubblicamente. La storia ci ha dimostrato che invece è stato completamente stravolto questo sistema uniformandosi a dei canoni di civiltà e socialità che vanno in una direzione diversa.
Processo pubblico e pena in maniera riservata perché non bisogna esporre le persone».
