Un’eccellenza delle Colline Salernitane ha ottenuto la foglia d’oro 2023, il fiano in purezza Vale 2021 della famiglia Lenza di Pontecagnano Faiano. Abbiamo raggiunto il patron Valentino Lenza
Di Alfonso Mauro
Tra la Costiera Amalfitana e quella Cilentana, cingenti il lunato golfo di dannunziana eco, si elevano le dolci Colline Salernitane — sulle pendici alligna i suoi filari Vigna di Macchia, il vigneto a corpo unico di Aglianico delle Aziende Agricole Lenza, posto su un terreno pianeggiante a circa 130 metri di altitudine; più a valle, la fertile Piana del Sele dove, oltre un secolo fa, venne eretta Tenuta Valentinia, il centro aziendale. L’azienda agricola, della quale un vino ha ottenuto il certificato di eccellenza al Salone dei vini Guida Bio 2023, nacque nel 1881 ad iniziativa di Stanislao Lenza, trisavolo dell’attuale proprietario, Valentino, e si estende per 100 ettari dislocati nei comuni di Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, ed Eboli. Oggi l’attività agricola spazia dall’allevamento equino alla cerearicoltura, passando per la viticoltura e l’olivicoltura. Gli oliveti e i vigneti sono in conduzione biologica certificata o in regime di conversione. La Tenuta Valentinia ospita il centro aziendale, e si configura tra l’altro quale pregevole esempio di architettura razionalista degli anni venti del XX Secolo, e fa da scenario ad un allevamento equino. Sentiamo il titolare, Dott. Valentino Lenza.
Con tanta storia alle spalle, come rinasce il vostro progetto e cosa ha improntato l’attività negli anni?
“Nasce dal desiderio di Valentino, agricoltore di quarta generazione, di tramandare al figlio Guido la risalente tradizione familiare attraverso la coltivazione della vite e dell’olivo e la trasformazione dei loro prodotti, pura espressione del territorio”.
Un’altra occhiata al futuro: quali sono i prossimi traguardi aziendali?
“Completare il ciclo di conversione biologica dei vigneti aziendali, avviare un punto vendita nel nucleo storico dell’azienda sito in località Picciola di Pontecagnano Faiano”.
Una scelta importante, magari facendo quadrato con i flussi richiamati anche dal Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano; d’altro canto sul vostro sito bene è detto nel definire gli etruschi amanti di vino e cavalli. Qualche dichiarazione circa il premio conseguito dai vini?
“La conferma della bontà un progetto iniziato quattro anni fa, con la messa a dimora di vigneti a gestione biologica nei terreni di Pontecagnano Faiano”. Ecco una breve scheda tecnica dei due vini premiati. Vale 2021: fiano in purezza, vendemmia fine agosto 2021; affinamento in acciaio sulle sue fecce fini per quattro mesi con periodici batonnage; imbottigliamento nel mese di marzo. Vino dal colore giallo paglierino che punta sulla immediatezza di beva per profumi e aromatici; al naso presenta sentori di salvia, rosmarino e mandorla; all’assaggio è intenso e persistente. Ida 2021: uvaggio esclusivo di uve Greco e Falanghina vendemmiate e lavorate contemporaneamente; lungo affidamento in acciaio sulle fecce fini di nove mesi, con periodici battonage. Imbottigliamento nel mese di luglio con successivo periodo di affinamento in bottiglia di tre mesi. Il vino mira a coniugare la potenza delle uve Greco con la piacevolezza della Falanghina. Colore dorato inteso, grande complessità al naso con sentori di origano, camomilla, macchia mediterranea e frutta gialla matura. All’assaggio è complesso e coerente con il profilo olfattivo.