di Enzo Sica
Non eravamo preparati alla notizia, brutta, che poco dopo le 22 di ieri sera ci raggela. La morte di Robert Antony Boggi è un pugno nello stomaco, un fulmine a ciel sereno come si dice in gergo, che ci fa precipitare nello scoramento totale. Si perchè Roberto Boggi, oltre ad essere un caro amico, era uno sportivo vero, che aveva dato lustro alla nostra città nel mondo arbitrale raggiungendo vette altissime ed era stato anche presidente della locale sezione Aia cittadina intitolata a Sabato Memoli.
Racchiudere la vita sportiva di Roberto Boggi in poche righe è davvero difficile anche perchè il suo percorso arbitrale è stato molto intenso. Non era nato a Salerno Roberto ma a New York 67 anni fa e poi con la famiglia si era trasferito nella nostra città. Il papà Pasquale è stato un commerciante molto conosciuto nel campo dell’abbigliamento che aveva un negozio, poi rilevato da Roberto sul corso Vittorio Emanuele a Salerno.
Si può dire che la passione di Roberto per il calcio è stata sempre un suo punto fermo. E quando intraprese la carriera arbitrale molti pensavano che potesse raggiungere, come poi ha fatto, vette eccezionali. Infatti si segnalò subito per le sue grandi e spiccate doti che lo portarono nel giro di pochi anni ad essere tra i migliori fischietti italiani. Dapprima la gavetta della serie C, poi il debutto in serie B nel 1988 e nel 1990 arrivò nella massima serie dove fu subito insignito del premio Giorgio Bernardi quale miglior giovane fischietto nella massima serie. Sei anni dopo, nel 1996, la consacrazione ad arbitro internazionale su proposta di Paolo Casarin che vide in questo giovane arbitro salernitano un vero e proprio talento destinato a bruciare le tappe di una carriera arbitrale anche lastricata di tante difficoltà. Forse non per Roberto che è stato sempre un arbitro di grande spessore e fino al 1999 il nome della sua città, Salerno, che l’aveva adottato dopo il rientro dagli Stati Uniti, proprio con lui è circolato in ogni parte d’Europa. Nel 1996 arbitra la finale di andata di Coppa Italia tra Fiorentina ed Atalanta e venne insignito del premio Mauro. Ben 119 sono state le sue presenze in serie A arbitrando anche incontri eccezionali come i derby milanesi e romano. Nella stagione 1999 – 2000 annunciò ai designatori dell’epoca Bergamo e Pairetto di volersi dimettere non condividendo il nuovo programma ispirato al professionismo degli arbitri. Rimase però nel mondo arbitrale tanto che nel 2006 il compianto Luigi Agnolin lo nominò designatore degli arbitri di serie C dopo essere stato vice di Claudio Pieri. Si dimise da questa carica per contrasti con Cesare Gussoni. E’ stato anche osservatore degli arbitri Uefa e nel 2012 si candidò alla presidenza Aia sfidando Marcello Nicchi ma non fu eletto e si dimise.
Di lui ne ricorda le doti e soprattutto la grande umanità Antonino Sessa ex arbitro ed ex presidente del comitato provinciale di Salerno della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
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Anche Salvatore Gagliano ex presidente del comitato regionale della FIGC ha voluto lasciare un post per ricordare Roberto, ricordando i bei momenti trascorsi con lui.