Questa sera, alle ore 19, riflettori dell’auditorium Oscar Niemeyer sul dinamico duo che si ritrova sulla prestigiosa ribalta ravellese dopo un decennio di assenza
Di Olga Chieffi
Il tema del viaggio e’ il marchio di fabbrica del pianista romano, un viaggio che fa tappa in ben sicuri porti, che si chiamano Fabrizio De Andre’, Beatles, Morricone, Buarque con profumo di spezie latine, tra cui un Besame Mucho o Cancaminin, cancaminin, spazzacamin, un viaggio che è naturalmente trasgressione e contaminazione, con protagonista un wanderer, di schubertiana memoria, che segue un cammino non dirigendosi verso qualcosa di connotabile fisicamente, verso un “luogo” reale, tangibile, ma nelle vesti di avventuriero dello spirito, di un essere che va alla ricerca di se stesso, o meglio dell’indefinibile, di ciò di cui una lontana eco del proprio animo rende certi dell’esistenza, sfuggente ad ogni più rigorosa disamina razionale. Il viaggio è il simbolo anche di Ravello e del suo festival quell’invito allo straniero, al turista, agli eredi dei protagonisti del gran tour, come lo fu Wagner, a venire nella nostra regione, e con Danilo Rea per il concerto che chiuderà questo 2022 ci sarà Fiorella Mannoia, un incontro artistico ormai consolidato, che da diversi anni si fonda sulla versatilità di entrambi, capaci di creare una sintonia sonora unica, in cui il repertorio e i successi di Fiorella, la melodia della canzone e l’improvvisazione jazz di Rea condividono il palco per uno spettacolo straordinario ed emozionante. La fantasia di Danilo Rea, assolutamente libero da clichè, sempre estremamente lirico e comunicativo, l’approccio alla melodia sempre estremamente creativa di Fiorella Mannoia che sfrutta appieno le colorazioni timbriche del suo strumento, la voce, ma ritorna puntuale nel seguire la strada indicata da Rea e a proporre egli stesso delle deviazioni, saranno gli ingredienti di questo spirito attualizzato del proporre canzoni: la bellezza del jazz sta nell’infinità di soluzioni, nella libertà dell’improvvisazione, nel divertimento che nasce tra i musicisti quando si suona sapendosi ascoltare, divertissement che si trasformerà in una conversazione strettamente familiare tra i due solisti e l’attenta platea di Ravello. Che la musica di Danilo Rea, sia sostenuta dal pensiero più che dall’istinto lo si intenderà al suo sedersi sulla panchetta del pianoforte, con una compostezza senza pari, regalandoci una straordinaria qualità di esecuzione, esaltata dalla freschezza sempre mantenuta vivissima, dalle soluzioni espressive, dalla perfetta combinazione di lucida razionalità e di poetico abbandono, in un miracolo di interazione dei due musicisti, in un simpatetico, ferace interplay, fondato sul piano cantante, dalle lunghe, flessibili linee melodiche, capace di produrre una notevole varietà di colori e di situazioni. Un concerto in cui le soluzioni predominanti saranno nate e “allevate” in ambito squisitamente jazzistico, sulle quali sono state tolte finalmente le briglie alla fantasia. Su queste tracce, Danilo Rea e Fiorella troveranno il modo di scivolare con la sua raffinata eleganza, in un fluxus di idee in continua evoluzione nel loro sviluppo, suggerendo e completando a vicenda le proprie architetture, ricche di luci, di segni, in una iridescente e caleidoscopica creatività, formante un mosaico affermazione di spontaneità, feeling, semplicità, in tempi in cui il linguaggio jazzistico diventa sempre più complesso e lo sviluppo di una diversa articolazione strumentale, l’affrontare strade nuove, deve anche poter significare non dover, ad ogni costo, cancellare i legami con un luminoso passato. Sarà un “viaggio” nelle emozioni quello che Danilo Rea e la Mannoia ci permetteranno di fare stasera con loro. Ed appunto è stato un vero e proprio viaggio nella musica visto che insieme per più di un’ora “attraverseranno” le emozioni di canzoni stupende sia della lunga carriera di Fiorella Mannoia che dei più grandi talenti della musica italiana. Difficile immaginare una scaletta ma i titoli che hanno punteggiato la loro carriera s’intrecceranno da“O que será (A flor da terra)” di Chico Buarque , e “Come si cambia”, magari “C’è tempo”, “Che sia benedetta” “Sally”, storici successi della Mannoia ma tutti con una bellezza mozzafiato in questa versione straordinaria di solo piano e voce che offrirà risalto alla voce particolarissima della cantante che ne acquisisce in questo modo una bellezza ancora più intensa e coinvolgente. Ma gli artisti daranno ancora più emozioni con “La Cura” di Battiato, “Felicità” di Lucio Dalla, “Vieni via con me” di Paolo Conte, in un un regalo che faranno prima di tutto a loro stessi prima che al pubblico in quanto assolutamente improvvisato e anche qui l’interplay tra i due protagonisti sarà vincente poiché composto da una grande varietà di sfumature espressive, da parte della Mannoia, a volte rabbiosa, altrimenti docile, comunque, ricca di vitalità, nel tempo riuscendo a proporsi come un’interprete di valore europeo accantonando certe ruvidezze giovanili e investigando attorno alla sua sensualità di donna carismatica.
1 Commento
Orari sbagliati su la we , siamo arrivati in ritardo al concerto de Fiorella Mannoia e non ci hanno fatto entrare , voglio i miei soldi in dietro
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