La regione Campania conta nei suoi confini ben due Parchi Nazionali: oltre al Parco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, c’è quello del Vesuvio. I rispettivi presidenti, Tommaso Pellegrino e Agostino Casillo, sono in scadenza e a breve devono essere nominati i successori. Le nomine, con ogni probabilità, arriveranno a gennaio, nei primi giorni del 2023. Manca davvero poco, dunque, e i due Parchi avranno nuove guide. Prima di entrare nello specifico della situazione, però, è necessario fare chiarezza. C’è una legge che regolamenta le nomine per i Parchi Nazionali. La Regione di riferimento fornisce al Ministero dell’Ambiente, alla cui nomenclatura quest’anno si aggiunge la sicurezza energetica, una rosa di tre nomi. Tre figure scelte sul territorio nazionale in base a requisiti di professionalità acclarate, ma la legge in questo non è precisa.
Essendo una scelta diretta, il presidente regionale fa di sua sponte l’elenco, anche o soprattutto in base a pensieri personali. L’elenco arriva poi al dicastero di Via Cristoforo Colombo ed è qui che viene presa la decisione finale. Focalizzando la cosa sulla Campania, Vincenzo De Luca dovrà consegnare a Gilberto Pichetto Fratin due triadi ma sulla strada che parte da Vallo della Lucania, passa per Napoli e arriva a Roma potrebbero esserci degli ostacoli per il presidente che potrebbe avere problemi per nominare nomi a lui vicini. Cosa conclamata è la poca vicinanza tra Palazzo Chigi, sede del Governo, e Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, e dall’esecutivo Meloni potrebbero arrivare degli sgambetti a De Luca.
Da Roma, infatti, potrebbero esserci le nomine di due commissari pro tempore per i Parchi, un qualcosa che permetterebbe al Governo di prendere tempo al fine di promulgare una nuova legge con la quale evitare le triadi nominative regionali. Come anticipato dalle colonne di questo giornale, uno tra Marcello Feola e Giovanni Fortunato, il primo dirigente nazionale e il secondo sindaco di Santa Marina, entrambi in quota Fratelli d’Italia, sembrerebbe possa essere a breve nominato commissario del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, succedendo a Tommaso Pellegrino, attualmente commissario, che lascia un’eredità pesante lunga cinque anni. La nomina di Feola, più concreta, o quella di Fortunato potrebbero essere propedeutiche all’elezione del nuovo presidente. Il Parco del Vesuvio, però, incrocia la propria strada col futuro dell’ente cilentano. Lo fa nuovamente perché il binomio Pellegrino – Casillo è stato vincente, con tanti eventi e progetti condivisi. Oggi, o nel brevissimo futuro, i percorsi si incontreranno nuovamente perché l’uno dipenderà dall’altro e viceversa. Se per il Cilento verrà scelto un nome di Fratelli d’Italia, Forza Italia potrebbe avanzare pretese sul Vesuvio. La Lega sarebbe fuori dai giochi perché soddisfatta del risultato delle Politiche e dell’elezione dei suoi in Campania.
Il gioco politico, dunque, è questo: Fdi nel Cilento e FI per il “formidabil monte sterminator Vesevo”. Una doppia mossa del Governo in ottica anti De Luca. Gli esponenti campani della destra, e in particolare i salernitani, hanno nel mirino il presidente Vincenzo De Luca, accusato di una politica fondata sul cosiddetto “Sistema Cilento” con il relativo “Sistema Cilento”. Obiettivo dei salernitani è scardinarlo e di liberare la Campania. Il primo passo verso la cacciata definitiva dello “sceriffo” potrebbero essere proprio le nomine per i due Parchi che, nel caso ciò avvenisse, svolterebbero a destra, come del resto ha fatto l’Italia nel mese di settembre. Il futuro del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e del Parco del Vesuvio, insomma, saranno pure scelte politiche. Che l’antideluchismo possa essere un utile motivazione per un cambio di passo? Tra qualche giorno, l’ardua sentenza.