Di Marco Visconti
Si è conclusa nella mattinata di ieri il 40° anniversario dedicato a Marcello Torre. L’evento di conclusione, che ha avuto luogo all’Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori a Pagani, ha visto la viva partecipazione delle scuole e delle istituzioni del Salernitano. Non c’è stata la presenza di Roberto Saviano, uno degli ospiti invitati a ritirare il premio dedicato a Marcello Torre. La parola d’ordine dell’evento è stato non normalizzare la camorra attraverso la viva testimonianza sia di Marcello Torre, quale protagonista della giornata, che per Gianluca Ciminiello e Franco Imposimato. Ad aprire l’incontro è stata Teresa Fiore, referente del presidio «Libera» di Pagani, «l’evento che determina la fine politica e terrena di Marcello è il terremoto dell’ ’80. Faccio un parallelo con oggi, perché nei prossimi anni, attraverso il Piano nazionale ripresa resilienza, che mira alla ricostruzione dell’Europa, dovranno arrivare in Italia 235 miliardi di euro i quali dovranno essere investiti in progetti per la realizzazione di questo piano. “La via libera”, che è una rivista, ha presentato, in occasione del 9 dicembre, un’inchiesta “Pnrr a raggi x”. L’inchiesta mostra come il sistema informatico, utilizzato a garanzia per la correttezza di questi fondi, sta presentando già dei problemi». Il sindaco di Pagani Raffaele Maria De Prisco è intervenuto facendo una premessa alla luce dei recenti arresti avvenuti a Pagani, «la domanda più frequente è stata: “Sindaco che cosa ne pensi di questi arresti?”. Che cosa ne penso? Hanno fatto bene le forze dell’ordine, fatto salvo il principio di garanzia degli imputati. Il sindaco Marcello Torre si è trovato a gestire i finanziamenti post-terremoto, ovviamente, oggi ci sono stati dei progressi. Tuttavia oggi la criminalità cerca di insinuarsi nelle istituzioni in maniera più subdola, complessa, che anche agli atti che si pensano leciti e che, certamente, vengono fatti con lo spirito della massima legalità, possano nascondere situazioni spiacevoli. Mi ricollego a Teresa sui fondi del Pnrr, è vero che ci sono delle contraddizioni, ma è pur vero che già la prefettura, la guardia di finanza e i carabinieri si sono mossi per comprende gli interventi che vorrebbero effettuare i Comuni. Il nostro massimo finanziamento, che è di 12 milioni di euro ma ancora ci deve essere erogato, è il ripristino delle montagne che interessano il territorio paganese». Continua il sindaco, «questa fascia pesa in maniera incredibile, oggi pesa anche di più. Lo dico alla presenza del procuratore Borrelli, è brutto vivere la solitudine di un sindaco quando porta avanti delle battaglie contro i rifiuti. Non si riesce a licenziare chi è negligente perché intervengono i sindacati in difesa piuttosto che a favore delle istituzioni. Non è come negli anni ’80 che chi fa il sindaco rischia la vita, ma la solitudine è la stessa. Gli strumenti dati ai sindaci sono veramente pochi. Marcello è un punto di riferimento, rispettiamo il suo sacrificio che deve valere anche per il futuro. Se possibile, cerchiamo di rispettare le istituzioni». A spalleggiare il sindaco c’è il consigliere provinciale Giuseppe Palladino. «Il messaggio che voglio lanciare, commenta Palladino, è di fare tesoro del sacrificio di Marcello Torre che significa far crescere in maniera sana, costruttiva e legale le nuove generazioni». Il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, dice la sua in merito a Torre: «Marcello è vissuto in un periodo in cui si è materializzato quello che è stato l’accordo scellerato tra le istituzioni e la camorra per la gestione degli appalti post-terremoto. Lui è riuscito a fare politica perseguendo un interesse di carattere pubblico. Inoltre ha avuto la capacità di distinguere la sua vita professionale, in quanto ha svolto l’attività di avvocato penalista, da quella istituzionale. Credo che sia una figura importante che può costituire un riferimento importante per tutti noi. Per quanto riguarda il contrasto alla mafia, l’elemento di normalizzazione della mafia sarebbe sia di non parlarne che definirla come retaggio del passato. “Libera” è una di quelle poche voci a parlare della criminalità organizzata». Susy Ciminiello è la sorella di Gianluca Ciminiello, vittima innocente di camorra, dunque ha ottenuto «il premio nazionale per l’impegno civile Marcello Torre». Spiega Ciminello: «Gianluca è una vittima non molto nota, quindi Annamaria ti ringrazio perché potevi fare una scelta di opportunità ma non l’hai fatta. Questo riconoscimento è una carezza sulle tante pugnalate che abbiamo ricevuto. Lo Stato, secondo me, ha perso il 2 febbraio 2010 quando non è stato in grado di proteggere un cittadino onesto, mio fratello. Abbiamo ottenuto una magra consolazione cioè di sapere che 3 criminali sono stati puniti». L’altro premio è stato conferito a Filiberto Imposimato, figlio di Carlo Imposimato vittima innocente di Camorra. «È sempre bello parlare di queste cose alla presenza dei ragazzi, precisa Imposimato, anche se è molto difficile farlo. Ho riflettuto prima sul fatto che, dopo la morte delle vittime, i superstiti hanno portato avanti la battaglia in nome della legalità. I delinquenti che hanno ucciso mio padre per una vendetta trasversale, perché papà è stato fratello di un giudice, sono stati puniti solo dopo 17 anni». Diego Bianchi, il conduttore televisivo di «Propaganda live», ha ottenuto anche lui il «premio nazionale per l’impegno civile Marcello Torre». «Alcune storie che ho sentito qui, commenta Bianchi, non le conoscevo. Mi ha colpito ciò che ha detto Susy di ringraziare Annamaria per aver dato voce a una storia minore. Il fatto che ci siano storie minori e maggiori, nel momento in cui si parla di persone ammazzate dalla criminalità, è un problema nostro. La cosa che mi colpisce è il ruolo dei parenti delle vittime, la dinamica è quasi sempre la stessa: muore una persona, c’è la solidarietà da parte delle istituzioni, poi passa il tempo e il familiare della vittima si pone la domanda perché è successo? Ma le istituzioni non danno risposta». Bianchi ha animato l’evento dialogando con gli studenti di alcune scuole medie e superiori del Salernitano. Ha invitato i ragazzi a usare un tono sarcastico, ma non per questo superficiale, come arma per sconfiggere la camorra. Seguono i saluti della figlia di Marcello Torre, Annamaria Torre, «vi ringrazio di esserci anche quest’anno. Siete sempre più numerosi a ricordare la testimonianza della mia famiglia. Io credo che sia importante sapere da quale parte stare».