L’équipe di Medici senza Frontiere usa un nome di fantasia: Condé. Ha solo dieci anni, viene dalla Guinea, è il più piccolo dei minori non accompagnati a bordo della Geo Barents, la nave di MSF attraccata stamattina a Salerno con 248 persone a bordo. I migranti salvati nel Mediterraneo sono sbarcati dopo più di un altro giorno di navigazione in condizioni avverse da quando la città campana è stata designata come il porto sicuro di loro destinazione. La storia di Condé, come tante altre incredibili storie di sopravvivenza ,la racconta Candida Lobes, operatrice umanitaria di MSF a bordo della nave. “Ci ha raccontato di essere partito un anno fa, quando aveva 9 anni, con il fratello di 17 anni; sono passati per il Niger e poi per l’Algeria. A dieci anni ha già vissuto la traversata del deserto per diversi giorni, ha già vissuto un’intercettazione in mare dalla guardia costiera libica e ha già vissuto una permanenza nelle prigioni libiche, nei centri di detenzione. Ci ha raccontato infatti che qualche mese fa ha provato a traversare col fratello ma sono stati intercettati e portati in un centro di detenzione in Libia dove sono rimasti tre settimane” spiega Lobes. “Una volta usciti, i genitori hanno potuto mandargli i soldi per pagare il viaggio di uno solo, ed essendo lui più piccolo il viaggio costava di meno” prosegue Lobes. “Quindi il fratello ha deciso di dargli una speranza e far partire lui. Vorrebbe raggiungere suo fratello maggiore che è in Francia”. “La capacità di questo bambino di badare a se stesso è incredibile” dice l’operatrice di MSF, “è sconcertante. QUando gioca con gli altri bambini ci si rende conto che appunto è un bambino anche lui, ma altrimenti ha la capacità di badare a se stesso di un adulto. Quando lo abbiamo trovato sul gommone in cui viaggiava chiaramente era molto spaventato e piangeva, ma da quando è salito in nave non ha mai più pianto, non ha mai chiesto aiuto, è autonomo in tutto, è un piccolo adulto che ha passato esperienze talmente forti, talmente intense, e ha visto tanta violenza, come a molti adulti non succederà mai. Speriamo che riceva tutta l’assistenza di cui ha bisogno e che possa ritrovare al più presto sia il fratello che è in Francia sia l’altro fratello che è rimasto in Libia”.
A seguire le operazioni di sbarco anche il sindaco Vincenzo Napoli, visibilmente commosso quando ha incrociato lo sguardo di quel bimbo di dieci anni, finalmente in salvo. «Noi siamo assolutamente disposti all’accoglienza, starei per dire quasi geneticamente disposti come città», sottolinea il primo cittadino, rimarcando che, «anche in questa circostanza, abbiamo dato prova di una efficienza e le cose stanno andando nel migliore dei modi». «La preoccupazione – precisa il sindaco – era che, siccome a Ischia è successa una tragedia immane, tutta la Protezione civile e gli organi di soccorso sono dislocati anche a Ischia. Abbiamo avuto difficoltà a comporre le squadre per la presenza in questa tornata. Quindi, considerare questo aspetto per fare in modo che non si verificassero eventuali difficoltà nella perfezione dei soccorsi». Ad ogni modo, «noi la cosa l’abbiamo retta, la stiamo sopportando e andremo avanti con determinazione perché riteniamo che questa azione umanitaria sia qualche cosa di indifferibile, urgente e irrinunciabile». «Ho visto gli operatori di Medici senza Frontiere, che hanno avuto il garbo di farmi vedere una foto che mi ha molto intenerito, un bambino nato qui. Di fronte a queste cose, ci si ferma», dice ancor il sindaco. Al porto di Salerno, c’è anche il vescovo di Teggiano-Policastro, Antonio De Luca, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Campana, che evidenzia come Salerno, «attraverso le strutture, la macchina organizzativa, la partecipazione delle istituzioni, la Caritas, le associazioni, il volontariato, ha sempre dato un esempio altissimo di accoglienza, di umanità e di dignità. Anche in questo momento, l’ordine e il rispetto delle regole, l’applicazione di questa macchina precisissima prevista dai protocolli ministeriali è un segno anche di dignità e di disponibilità all’accoglienza». Lo sbarco di migranti a Salerno alimenta anche il dibattito politico, con il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Franco Mari, che punta il dito contro «il Governo e il ministro» che «continuano a individuare un avversario nelle Ong. Dal nostro punto di vista è assolutamente sbagliato. Noi siamo qui anche per portare la nostra solidarietà alla nave di Medici senza Frontiere». L’arrivo della Geo Barents a Salerno rappresenta anche l’occasione per la prima uscita ufficiale del nascente forum antirazzista a Salerno che ha esposto uno striscione per dare il benvenuto ai rifugiati. «Siamo qui – spiega il sindacalista Anselmo Botte – per dare il benvenuto ai profughi che arrivano a bordo di questa nave di Medici senza Frontiere e siamo qui per dire che è un fallimento quello che il Governo ha messo in piedi con i decreti interministeriali Piantedosi-Salvini».