Dopo la denuncia tramite le colonne di questo giornale, Giovanni De Cesare decide di tornare sulla questione e dare la sua versione dei fatti sulle motivazioni che hanno determinato il trattamento che sta subendo dal comando dei vigili urbani di Capaccio Paestum. «Mi hanno trasferito in un angusto locale in zona Licinella – racconta – e mi sento di poter spiegare la cosa con una motivazione che ha dell’assurdo.
Nel 2018, insieme ad altri colleghi, ho denunciato alla Procura della Repubblica quanto accadutomi. Il Comune capaccese, al fine di attribuire le progressioni economiche orizzontali, pubblicava una delibera con la quale si indicava l’attribuzione dei punteggi necessari per accedere a tali progressioni sulla base di schede di valutazione. La scheda mia e quella degli altri colleghi non hanno mai ricevuto tali schede relative al biennio 2015-2016».
Quanto asserito da De Cesare, che oltre ad essere vigile urbano è anche dirigente della FISI, è contenuto nell’atto di denuncia querela e quindi tutto documentato. «Il segretario generale del comune – continua – ha rinvenuto le schede nel cassetto della scrivania del comandante Natale Carotenuto, dando così la prova che non erano state consegnate. Da quell’azione, io e i colleghi abbiamo subito un danno economico. Ho scritto alla Procura e di certo la cosa non è passata inosservata. Per questo motivo – conclude – subisco tali trattamenti». De Cesare dal mese di settembre è costretto a lavorare in zona Licinella in un ufficio che, a suo dire, non ha la connessione internet, non è dotato di un pc e non eccelle in servizi igienici. Addirittura l’uomo ha dovuto provvedere autonomamente al riscaldamento, dotandosi di una stufetta elettrica.