di Erika Noschese
Una casa, se così la si può definire, senza servizi igienici, acqua potabile e in condizioni di estremo degrado. Una realtà che, nel 2022, sembra essere così lontana eppure è così vicina. Arriva un’ordinanza di sgombero dal Comune di Salerno per una famiglia residente in via Vincenzo Sabatino, a Giovi che dovrà lasciare l’abitazione fino a quando non sarà nuovamente inagibile. La proprietaria S.R., di 54 anni, vedova ormai da diversi anni e sua figlia G.C.R (entrambe non hanno un’occupazione fissa ed un sostegno economico ad eccezione della pensione di reversibilità) dovranno lasciare la loro abitazione perché inagibile. Di fatti, lo scorso 10 novembre personale della polizia municipale, su segnalazione di alcuni vicini di casa, sono intervenuti in via Sabatino, insieme ai vigili del fuoco e al personale 118 constatando che l’abitazione è fortemente degradata, ricolma di rifiuti di vario genere e di escrementi di ratti che proliferano nell’habitat a loro favorevole. Inoltre, dai controlli è emerso che il latto della proprietaria è formato da cartoni sudici e buste dei rifiuti e, come constatato nel corso dei controlli mancano i servizi igienici essenziali. «L’abitazione si presentava priva di illuminazione artificiale nonché di acqua potabile…rivestita di vecchie mattonelle solo per alcuni tratti ma in ogni caso molto precaria per manutenzione e pulizia – emerge dalla relazione del dottor Franzese, responsabile dell’Uo Prevenzione Collettiva dell’Asl di Salerno – Gli ambienti versano in condizioni di estrema precarietà igienico sanitaria per accumuli massivi di buste di plastica contenenti presumibilmente rifiuti…tra i vari suppellettili in disuso tipici escrementi di ratti… Non si è riuscito ad identificare alcun ambiente o spazio riconducibile alle caratteristiche di un servizio igienico…si rilevava anche una precarietà strutturale della copertura». Alla luce di quanto riscontrato, l’abitazione è stata dichiarata inagibile per motivi igienico sanitari a tal punto da mettere in grave pericolo la salute degli occupanti. La famiglia avrà ora sessanta giorni di tempo per lasciare la casa, sgomberare l’abitazione di tutto il materiale di rifiuto, le masserizie abbandonate o in discuso con una radicale pulizia e sanificazione di tutti gli ambienti, vietandone l’accesso a chiunque se non per le necessarie operazioni. Quanto emerso in quella che è stata presto ridefinita la “casa degli orrori” accende la polemica sulla mancanza di un vero sostegno alle famiglie in difficoltà. Spesso gli assistenti sociali non trovano riscontro da parte delle istituzioni.
Così, le famiglie indigenti finiscono nel baratro, senza alcun interesse da parte degli enti competenti che avrebbero il sacrosanto diritto di intervenire per fronteggiare l’emergenza e mettere al sicuro le persone.