Fratte. Gli Etruschi ed il Museo Provinciale - Le Cronache
Attualità

Fratte. Gli Etruschi ed il Museo Provinciale

Fratte. Gli Etruschi ed il Museo Provinciale

di Salvatore Memoli

Il Museo Provinciale di Salerno è pieno di oggetti che richiamano l’antica civiltà degli Etruschi, presente a Fratte. L’Acropoli sorgeva su una mezza collina, prevalentemente tufacea, dove una fattiva popolazione aveva creato importanti relazioni commerciali ed aveva realizzato un presidio che interessava tutta la Campania. Ancora oggi possiamo notare antiche mura, strade e ambienti legati all’antica acropoli e necropoli. Se è possibile godere la fruibilità dell’Acropoli ed apprezzare gli oggetti conservati, si deve ricordare e riconoscere l’opera preziosa di uomini e donne che hanno trascorso molto tempo nel far emergere tutto quello che l’occhio nudo non riusciva a vedere. Dobbiamo a queste persone, alle istituzioni che hanno rappresentato,  un’azione di recupero di un ricco patrimonio archeologico che oggi arricchisce il Museo Provinciale di Salerno.
Della presenza degli Etruschi si è detto abbastanza anche in altri articoli, dei loro tesori e dell’opera preziosa di recupero del loro patrimonio artistico e cinerario, sarà bene parlarne per evidenziare la ricchezza di opere conservate a Salerno.
L’insediamento delle cotoniere nel 1927 fu occasione per fare scavi importanti dai quali furono rinvenute alcune tombe risalenti al VI secolo a.c. Infatti vennero trovate 90 tombe, databili tra il VI e V secolo a.c., dove i defunti venivano adagiati supini e presumibilmente in casse di legno, i cui chiodi sono conservati nel Museo Provinciale. All’interno delle tombe, scavate in materiale tufaceo, furono trovati numerosi oggetti preziosi di fabbricazione etrusca ed anche dei vasi fabbricati ad Atene, tra cui un “deinos” a figure nere con il supporto originale, di cui non si riesce a definire il suo valore venale.
Sempre la mano esperta di ricercatori ha consentito la scoperta, in via Cristoforo Capone, di una piccola fornace nella quale si faceva la cottura di vasi. Nella stessa zona fu individuato un tratto di strada lastricato.
Tutti i materiali rinvenuti a Fratte sono conservati nel Museo Provinciale. Si tratta di vasi, elementi decorativi in terracotta con cui si decoravano le sommità delle abitazioni, molte sculture in tufo, tra cui molte teste e la statuetta di un uomo cavallo.
Gli scavi guidati dal Prof. Venturino Panebianco hanno permesso di ricostruire ambienti con strade, case, cisterne che si possono visitare e trovare, appena si supera il cancello d’ingresso della Necropoli, su via Francesco Spirito. Ovviamente appare fin troppo chiaro che non è sufficiente visitare soltanto questa acropoli, per tanti anni rimasta abbandonata e solo da pochi anni riconsiderata in tutto il suo valore storico, urbanistico, archeologico. Ma per dare seguito ad una conoscenza completa occorre visitare il Museo Provinciale dove l’opera meticolosa di uomini e donne, dopo aver ripulito i resti archeologici, ha consegnato all’umanità un inestimabile patrimonio di opere d’arte che dovrà essere indissolubilmente legato agli etruschi ed alla loro  storia ed anche allo stesso Rione Fratte che, con fierezza, è erede ed unico titolato a fregiarsi delle ricche testimonianze di un passato che gli appartiene.