Il “Tyrrenian Link” comincia a diventare realtà, almeno dal punto di vista politico-amministrativo. Il progetto di Terna, relativo all’interramento di cavi per la conversione e la distribuzione dell’energia elettrica in un’area di circa 80mila metri quadri, dovrebbe arrivare oggi in Consiglio comunale a Eboli. Si procede, dunque, si va avanti, un altro passo è compiuto e questo rappresenta, in sé, un bene trattandosi di un’opera non solo di dimensioni gigantesche ma pure dall’alto valore strategico: per non dire del contesto di crisi energetica internazionale all’interno del quale essa sta andando compiendosi. Non c’è altra questione sul tavolo della politica – e della classe dirigente nel suo complesso – che sovrasti il Tyrrenian Link, del resto appare anche ovvio se si guarda alla qualità e alla quantità degli altri dossier sui tavoli delle pubbliche amministrazioni. In particolare di quelle più rilevanti della Piana del Sele. Parliamo di 3,7 miliardi che ballano sul territorio nazionale, c’è poco da scherzare.
Dalle informazioni ufficiali si ricavano, all’ingrosso, questi dati contingenti: l’amministrazione, il Consiglio comunale, insomma il Comune di Eboli ha delegato formalmente la gestione di tutta la partita al primo cittadino, Mario Conte, che avrebbe fatto i necessari passaggi per renderla compatibile con le diverse, spesso opposte, esigenze del territorio. Conte, che è notoriamente persona equilibrata e poco incline all’ideologismo (al netto dell’affissione sulle mura municipali di uno dei simboli del progressismo alle vongole, il votivo “Verità per Giulio Regeni”), in ossequio al mandato ricevuto dagli amministratori, avrebbe già incassato un primo risultato per la comunità: un ristoro di circa 5 milioni di euro da parte della società Terna, cifra non colossale ma neppure esigua, peraltro già inserita nelle manovre finanziarie in itinere. Se ne deduce che i binari del rapporto tra Terna e la città di Eboli abbiano già superato la fase della manutenzione ordinaria per approdare a quella operativa. Resta adesso da completare l’opera “politica”, nel senso che si è giunti nella fase in cui tutto ciò che attiene al Tyrrenian Link dovrà essere raccontato e spiegato alla collettività. E’ soltanto questo ciò che manca, il resto è mera assunzione di responsabilità in attesa del verdetto del futuro. Sono le regole della politica. Nel caso dell’opera di Terna, poi, l’esigenza si raddoppia perché va precisata l’inversione di marcia rispetto agli impegni presi con la cittadinanza nella fase elettorale delle amministrative. Tutti ricordano il fuoco di sbarramento che le forze politiche del primo cittadino fecero nei confronti del Tyrrenian Link. Lo stesso Conte, in un paio di occasioni pubbliche, adoperò il classico «dovranno passare sul mio cadavere» per portare a termine l’operazione. Legittimo anche questo, sbagliato secondo chi ora scrive per il rimando alla deprimente logica del Nimby (Non nel mio giardino), ma pur sempre legittimo. A Mario Conte fece eco una specifica interrogazione parlamentare dell’allora deputato Federico Conte, certo cugino del sindaco ma soprattutto suo partner politico, secondo la quale l’impatto dell’opera avrebbe stravolto il territorio di plateale vocazione agricola, contraddetto i progetti per l’Alta Velocità già in corso, demolito definitivamente l’antico sogno del Polo agroalimentare a San Nicola Varco, per non dire del potenziale rischio per la salute dovuto alle emissioni di campi elettromagnetici. Il ministro per la Transizione ecologica, rispose alla interrogazione parlamentare, l’onorevole Conte non si disse soddisfatto, nel merito, della replica di Cingolani. Le forze e i partiti politici produssero pure relazioni tecniche che parlavano dell’imminente costruzione di un “mostro” tecnologico, del rischio tumori, insomma del solito can can che abbiamo osservato in tanti anni ogni volta che c’era un’opera pubblica o infrastrutturale da realizzare. Insomma, il fronte di opposizione al progetto sembrava solido. Poi qualcosa è cambiata. Bene ha fatto il sindaco Conte ha studiare le carte meglio, a fare qualche sopralluogo ministeriale per capirci di più, a intrattenere rapporti costanti con la struttura di Terna, anche attraverso consulenti vari, perché la questione, al di là degli isterismi, è realmente seria ed importante: cosa poi riserverà in futuro il Tyrrenian Link, questo lo sa solo il Padreterno, vedremo, vedranno.
Nel frattempo, da quel che si è capito, la faccenda ha comprensibilmente mosso un po’ le acque in alcune aree della stessa maggioranza politica del primo cittadino, qualche defezione s’è registrata, qualche assenza strategica in aula al momento delle discussioni c’è stata, anche da parte di figure istituzionali, insomma legittimi e normalissimi mal di pancia. Del resto è logico se si considera non tanto l’importanza e il peso dell’operazione quanto la carenza di spiegazioni ufficiali al riguardo. Si può sempre cambiare idea, ovvio, ma va spiegato questo cambiamento, oseremmo dire in maniera solenne, magari con una nota ufficiale, un manifesto, una conferenza stampa monotematica, un seduta di Consiglio ad hoc: va, cioè, chiarito perché prima c’era il mostro, il bubbone nella Piana, i tumori in arrivo ed ora tutto questo sia scomparso. Mantenere la cosa in mezzo al guado, un po’ pubblica e un po’ meno, alimenta suggestioni. E illazioni. E questo non va bene. (pierre)