di Marco De Martino
SALERNO. E’ nato a Caserta 35 anni fa, ma Ciccio Tavano (nella foto) al telefono tradisce un limpido accento toscano. D’altronde è dal 1996 che, tra Fiorentina, Pisa, Rondinella, Empoli e Livorno (a parte la breve parentesi tra Valencia e Roma tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007) vive, gioca e segna lì. Ciccio, ad Empoli, è un’icona. E non poteva essere altrimenti dopo aver trascinato per l’ennesima volta, a suon di gol, i biancazzurri. Nelle ultime tre stagioni ha segnato qualcosa come 65 gol (20, 23 e quest’anno 22) in serie B con la compagine toscana. Se però è diventato quello che è, Tavano molto lo deve a Mario Somma. Il neo tecnico granata, ad inizio carriera, ne ha esaltato le caratteristiche, valorizzandolo fino a farlo arrivare ad una quotazione di 10 milioni di euro. Tanto infatti fu pagato nell’estate del 2006 dal Valencia, periodo in cui Tavano sfiorò la convocazione per i Mondiali di Germania. Lippi lo convocò, su consiglio proprio di Mario Somma, per lo stage premondiale, escludendolo poi dalla lista dei 23 che, un mese più tardi, conquistarono a Berlino la Coppa del Mondo. Tavano, insomma, deve tanto a Somma. Lo si capisce anche dalle parole che il bomber esprime quando gli viene nominato:
«E’ un grandissimo allenatore. Ha sempre creduto nel sottoscritto, trattandomi come un figlio e non come un semplice calciatore alle sue dipendenze. E’ sicuramente tra i migliori che abbia avuto nella mia carriera».
Nonostante questo, Mario Somma è riuscito soltanto ad accarezzare la serie A, venendone poi escluso ed infine dimenticato:
«Mi meraviglio di questo. Onestamente non ho mai capito perchè il mister non sia riuscito a fare una carriera da grande allenatore. Oltre ad essere un professionista serio, era anche molto intelligente ed aperto ad ogni confronto. E’ un allenatore preparatissimo, che ha sempre studiato e si è sempre aggiornato sulle nuove metodologie».
Ora Mario Somma ha però raggiunto quello che era un suo obiettivo fin da quando ha cominciato la carriera da allenatore, diventando tecnico della Salernitana. Ne sei a conoscenza?
«Sì, il mister ci ha sempre parlato del suo rapporto con la città di Salerno e del proprio amore per la casacca granata. Mi fa davvero molto piacere che abbia ricevuto questa opportunità da una società così seria ed ambiziosa. Spero che possa riscattarsi proprio alla guida della sua Salernitana».
Un’avventura che Somma farebbe volentieri con una persona di fiducia accanto. Se arrivasse una telefonata da parte sua per chiederti di condividere questa esperienza in granata condividendo questa avventura, cosa gli risponderesti?
«Il mister lo sa, ma se dovesse davvero chiamarmi gli ribadirei il concetto, e cioè la mia volontà è quella di chiudere la carriera ad Empoli. Qui ho vissuto i miei anni più belli ed il prossimo potrebbe essere l’ultimo a mia disposizione per cimentarmi ancora con la massima serie».
D’altronde, anche stavolta, la serie A te la sei guadagnata a suon di gol…:
«Sì, ma non è questo. Non è una questione di categoria, visto che considero Salerno una grande piazza. Sono però già avanti con gli anni e questa potrebbe essere la mia ultima occasione per giocare in serie A. Sono ancora legato contrattualmente all’Empoli e molto dipenderà dalla volontà della dirigenza toscana. Se rientrerò, come credo, ancora nei loro programmi resterò. Naturalmente nel calcio, come nella vita, non si sa mai…».
Un colpo ad effetto, quello di Tavano alla Salernitana, che dovrebbe restare soltanto un sogno per i tifosi granata. Per carità, Fabiani qualche anno fa riuscì a portare a Salerno un certo Arturo Di Napoli. Nel mercato tutto è possibile, ma le chances di vedere Tavano ancora una volta agli ordini di Somma sono poche. Mai dare però nulla per scontato quando di mezzo c’è Lotito…