Nella lunga processione vince la musica - Le Cronache
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Nella lunga processione vince la musica

Nella lunga  processione  vince la musica

Il futuro dei fiati nelle tre formazioni che hanno accompagnato i sei santi: lo Storico Gran Concerto Bandistico “Città di Salerno”, “Città di Vietri sul Mare” guidata da Aniello Ronca e il Concerto Bandistico Città di Pellezzano, agli ordini di Paola Genovese. Un ricordo tra le note della festa per i maestri Giovanni Aiezza e Antonio Florio

di Olga Chieffi

Giro lungo e veloce per una processione snella, un inquadramento avvenuto con grande energia e determinazione, per il percorso che, sulle prime ha messo un po’ di timore, visto che avrebbe dovuto toccare Piazza della Libertà. Le tre formazioni ingaggiate da Don Michele, lo Storico Gran Concerto Bandistico “Città di Salerno”, seguito da “Città di Vietri sul Mare” guidata da Aniello Ronca e il Concerto Bandistico Città di Pellezzano, agli ordini di Paola Genovese, alle 16, 30 si sono ritrovate in zone diverse della via Roma per trovare intonazione e suono: se i musicisti vietresi si sono radunati nei dintorni della piazzetta Santa Lucia, per ascendere per ultima in cattedrale, dovendo aprire la processione, la formazione di Pellezzano l’abbiamo ritrovata direttamente in duomo, mentre la banda “Città di Salerno” ha cominciato a suonare a Largo Campo, dopo l’augurio di “Buon San Matteo” del tamburino Rosario Barbarulo, con “Festa Patronale” di Giuseppe Piantoni, quindi pausa in piazza Abate Conforti per una prova “segreta” ed entrata in Piazza Alfano I sulle note di Olga March firmata dal M° Antonio Florio. Tutto perfetto ieri pomeriggio nell’esecuzione delle marce sinfoniche che si vanno ad eseguire dinanzi allo scalone del Duomo, attendendo che tutti siano pronti a partire, dal sindaco Enzo Napoli puntualissimo, entrato nel quadriportico, in blu cobalto, masticando il suo sigaro per il debutto in processione, unitamente alla sua vice, Paky Memoli, gli assessori, Paola De Roberto, Massimiliano Natella e Claudio Tringali, i consiglieri Antonio Carbonaro, Arturo Iannelli, Tea Siano, Vittoria Cosentino, Filomeno di Popolo (tra l’altro ex portatore della paranza di San Giuseppe), Horace Di Carlo, Gianluca Memoli, Giuseppe Zitarosa, Fabio Polverino, Roberto Celano, Donato Pessolano, Dante Santoro e Catello Lambiase, l’ex assessore Lello Ciccone, un corteggio, al quale si è unito alla processione anche l’ex parlamentare Alfonso Andria, unitamente alle alte autorità militari in alta uniforme, che si sono attardate a controllare pennacchi e mostrine, prima delle foto di rito, congreghe, labari, portatori, in un effluvio d’incenso alla ricerca dell’ordine. Solo 15 i minuti di ritardo in un’atmosfera non lontana da quella descritta in Pomp and Circumstance di Edward Elgar, un’attesa in cui abbiamo potuto ascoltare la bella esecuzione di Salix alba e A tubo. In istrada i santi infiorati con semplicità i Martiri in rosso e bianco come il sangue da loro versato, San Gregorio VII e San Giuseppe in religioso bianco e San Matteo sotto un’ ideale cupola rossa sostenuta da quattro colonne, elegantemente illuminata, hanno sfilato tra due ali di folla, concentratasi in particolare in piazza della Libertà con per la benedizione del mare e di quanti lo attraversano, e naturalmente al rientro Di lì ancora un omaggio da parte della formazione vietrese per un altro maestro scomparso il trombonista Giovanni Aiezza, un musicista completo, del quale è stata eseguita la sua marcia Rosita. Marce d’ordinanza in onore delle autorità militari da Parata d’Eroi con Pellezzano a Giocondità, fino alla Ritirata la Fedelissima. Il nostro bandone, “Città di Salerno” che ha schierato una cinquantina di elementi si è dedicata alle grandi marce del repertorio tra cui Ligonziana e non si può non citare l’obbligato di ottavino in The Stars and Stripes Forever di John Philip Sousa, che la Banda Città di Salerno ha affidato a Mauro Loddo, il quale lo ha eseguito con il cristallo nel suono. Felicissimo il ritorno della Festa, che non riesce ancora a colmare quel vuoto pneumatico tra la fine della processione e i fuochi d’artificio che colorano la notte del Capodanno salernitano. Proviamoci il prossimo anno con la Musica in piazza.