di Erika Noschese
Si definisce l’erede di Ciriaco De Mita. L’appello al voto di Clemente Mastella, leader di Noi di Centro, dunque, è rivolto proprio ai democristiani, a coloro i quali si sono sempre battuti a tutela del territorio.
Il sindaco di Benevento ieri era a Salerno per presentare e sostenere i candidati locali ma, purtroppo, la possibilità di superare la soglia di sbarramento non è un obiettivo facile da raggiungere, per sua stessa ammissione.
Presidente qui a Salerno per sostenere i candidati di Noi di Centro. Sono gli ultimissimi giorni prima del voto, che clima si respira?
“Un clima freddo, opaco, come tutta la compagna elettorale, all’insegna di scarsi dinamismi che potessero toccare la passione, il cuore della gente in un momento drammatico e lo sarà ancora di più domani. I partiti non hanno fatto proposte sul clima, sul Mezzogiorno, questioni fondamentali nel momento in cui rischia molto; abbiamo avuto un’invasione di candidati del nord, la Camusso, la Fascina, Rosato, Berlusconi, Renzi e siamo stati invasi da queste cavallette che succhieranno il sangue, politicamente parlando, a noi dopodichè scompariranno con una grande magia”.
Salerno è una città con diversi problemi, da dove bisognerebbe partire?
“Questo non spetta a me dirlo, non conosco nel dettaglio la situazione e spero che la legalità valga per tutti, in tutte le condizioni e le città; ci potranno essere esasperazioni ma non intervengo. Dobbiamo essere a patrocinio delle cose da fare, in maniera legale”.
Autonomia differenziata, qual è la posizione di Noi di Centro?
“Siamo a montare la guardia ad una garitta particolare che tocca il sud e le isole perché non accada questo. Scongiuro di non votare il centrodestra dove c’è una presenza ingombrante, fastidiosa, di un filoputiniano come Salvini che ha fatto fare una dichiarazione d’intenti e sottoscrivere l’autonomia differenziata ma è giusto che gli elettori e le elettrici sappiano che ammazza il Mezzogiorno, sul piano della sanità, delle diseguaglianze sociali perché determina una forma di sperequazione e torna in campo in campo l’idea di una differenziazione sostanziale tra ricchi e poveri, questi gli unici scenari possibili”.
Reddito di cittadinanza, lei chiede delle modifiche…
“Io sono stato il primo in Italia ad applicare il reddito di cittadinanza con settanta persone, facendole loro lavorare ma dopo tre mesi siamo stati costretti a mandarli a casa perché non lavoravano, non facevano nulla. Ora, è giusto intervenire per chi sta male, gli invalidi, le famiglie che hanno bambini diversamente abili; bisogna accentuare e dare una salita in quota per dare un salario come assistenza. A molti di loro piace perdere tempo, fregandosene del lavoro perché prendono almeno 800 euro al mese, un po’ di lavoro ma non è possibile. È giusto dare il reddito a chi fa fatica ad entrare nel mondo del lavoro, a chi invece non vuole andare, bisogna essere spudorati e precludere loro il Reddito di cittadinanza”.
Perchè oggi gli elettori dovrebbero scegliere Noi di Centro? Qual è il risultato che spera di ottenere?
“Innanzitutto noi siamo gli ultimi eredi della tradizione democratico cristiana e ci rivolgiamo a coloro i quali hanno questi valori; con la fine del compianto De Mita credo di essere quello che ancora vive le istituzioni in maniera democristiana. Il mio appello va innanzitutto a loro, in termini di valore. Oggi c’è grande bisogno di equilibrio e noi abbiamo l’etica della delicatezza, mitezza nel rapporto con gli altri; siamo un partito a chilometro zero: la Dc si è occupata sempre del territorio, De Mita del suo, io del mio; ci siamo occupati di Avellino, Benevento e oggi la gente non conosce i deputati dei 5 Stelle, non hanno più rapporto e perde valore il Parlamento”.
Si torna al voto con la riduzione del numero dei parlamentari, viene a mancare la rappresentanza territoriale…
“E’ cosi, per Salerno un po’ meno ma immaginarsi Benevento che rischia di non avere nessuno. È stata una cosa squilibrata, politicamente bisognerebbe mandare al capezzolo politico chi ha determinato questa situazione. Sento dire che faranno ma sono stati al governo e non hanno fatto nulla al governo. Vogliono cambiare la legge ma non l’hanno mai fatto, un’ipocrisia morale applicata alla politica”.
Superare la soglia di sbarramento è possibile?
“Non lo so, vediamo. Ci hanno ammesso in dieci regioni, con gli stessi criteri presentati: siamo in Lombardia, al Piemonte solo al Senato ma con le stesse credenziali con le quali ci siamo accreditati da una parte e dall’altra. Cose irrazionali anche nella raccolta firme, come spesso accade”