Il mainstream del Daniele Scannapieco quartet - Le Cronache
Musica Spettacolo e Cultura

Il mainstream del Daniele Scannapieco quartet

Il mainstream del Daniele Scannapieco quartet

di Olga Chieffi

“ ‘A Chiena”, quel viaggio tra arte, natura e storia – intervento co-finanziato dal POC Campania 2014-2020, rigenerazione urbana, politiche per il Turismo e la Cultura,nell’ambito del programma unitario di percorsi turistici di tipo culturale, naturalistico ed enogastronomico di portata nazionale ed internazionale, firmato da Antonello Mercurio, ci porta a scoprire e ad apprezzare un altro paese splendido, in particolare in questo periodo, che fa da preludio all’autunno, San Cipriano Picentino. Per questo luogo, il direttore artistico ha scelto di allocare la sezione “Percorsi e vutate” e di affidarne la serata inaugurale, prevista per domani sera, sul sacrato dellaChiesa di Sant’Eustachio, alle ore 21,30, al Daniele Scannapieco Quartet. Il tenor sassofonista di Campagna, schiererà il fratello Tommaso al contrabbasso, Michele Di Martino al piano e Luigi Del Prete alla batteria, un progetto molto affiatato, dotato di un grande interplay e una spiccata vocazione al mainstream, che fa diventare un saggio di bop in grande stile, con decise inflessioni hard-bop. Un percorso musicale quello del tenor sax campagnese che dalla sua esplosione ha creato sempre grande consenso di pubblico e critica attorno a lui e alle formazioni con cui si presenta nei grandi festival, non per ultima ad Umbria Jazz. E’ difficile immaginare una probabile scaletta per l’attesa serata del 20 settembre ma non mancheranno pagine originali firmate dello stesso Daniele Scannapieco e grandi classici quali “Save your love for me” , “Biri kurusai”, “Lonnie’s lament”, “Nancy” , “Doll of the bride”cari a questi strumentisti, passando per il “nero” della nostra canzone d’autore con “Almeno tu” o l’omaggio alla frontline dei sax “ducali” con “In a sentimental mood” che ci trasporterà nelle magiche atmosfere create dalle ance in ellingtonia, fino a giungere a “the Jodi Grind “di Horace Silver. Gli intrecci fra moderno e postmoderno, cui assisteremo, sono certamente più complessi di quanto suppone chi crede di vedere tra essi un’opposizione imposta dalla standardizzazione, quali si sono dedicati, oltre naturalmente alla composizione di brani originali. Daniele Scannapieco sa sempre circondarsi di musicisti dalla spiccata personalità musicale che gli permette di raggiungere quell’ interplay davvero straordinari, con i suoi tre amici in continuo dialogo, su di un repertorio ampio che ci farà apprezzare l’inventiva e la creatività dei musicisti nei soli, oltre che l’amalgama. Il fraseggio serrato ed esplosivo di Daniele Scannapieco ammicca manifestamente al bebop e al hard bop, la ricerca armonica del fratello Tommaso, un feeling particolare ed una tecnica interessante che va ad innestarsi egregiamente nelle atmosfere del trio, sino alla pulsazione ritmica penetrante, istintiva e accattivante di Luigi Del Prete, la sua batteria, le sue percussioni, simbolo incontrastato del segno iridescente della musica, dal significato implicito, ma mai convenzionalmente fissato, un riferimento mai esplicito e predeterminato, ci condurranno in una riflessione postmoderna su di un genere che sta ponendo in discussione alcune certezze della tradizione, cedendo ad un individualismo che tende sempre più a farsi egocentrico, certa predilezione per i toni teatrali, siano essi drammatici o più esteriormente spettacolari, l’accento posto su di un eclettismo che può reinventare a ogni passo gli sviluppi formali, sono tutti elementi che hanno raccolto l’attenzione dei musicisti più disponibili a porsi in gioco per costruire il futuro della propria arte. I quattro musicisti fanno così propria una storia che da oltre un secolo si muove in equilibrio fra due diverse concezioni del mondo musicale, trovando il modo di sublimarle in una visione unitaria. Due estetiche che qualcuno pensa possano essere incompatibili, mostrando, così che la vitalità della musica che essi e noi tutti frequentiamo è ben lontano dall’essere dissolta. Osservare le prossime riflessioni di questo quartetto e le loro future conquiste, potrebbe essere un modo particolarmente sapido e astuto per conoscere le direzioni autentiche del nuovo pensiero jazzistico.