Davide Trezza: “Unione Popolare per dar voce ai tanti cittadini che non credono nella politica” - Le Cronache
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Davide Trezza: “Unione Popolare per dar voce ai tanti cittadini che non credono nella politica”

Davide Trezza: “Unione Popolare per dar voce ai tanti cittadini che non credono nella politica”

di Erika Noschese

Potere al Popolo protagonista delle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre, insieme all’associazione Dema e al partito Rifondazione Comunista, come deliberato dall’assemblea nazionale di maggio 2022 che ha portato a questo nuovo percorso politico. Nasce così Unione Popolare, la lista civica fortemente voluta dall’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. In queste ore gli attivisti sono impegnati a raccogliere le firme necessarie per presentare la lista entro il 22 agosto, come prevede la legge. “L’avanzata del centrodestra è il risultato di una assenza evidente di una sinistra che nei fatti si dimostri dalla parte dei più deboli. Il Partito Democratico ha votato insieme al centrodestra tutti i provvedimenti antipopolari che oggi peggiorano le vite delle nostre famiglie e, più in generale, dei soggetti a cui ci rivolgiamo”, ha dichiarato Davide Trezza, membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo.
Potere al Popolo sarà presente alle elezioni Politiche del 25 settembre con la lista Unione Popolare di Luigi De Magistris. Come nasce questa fusione?
“Dal 2018 Potere al Popolo è uno strumento nelle mani di migliaia di militanti e aderenti che credono sia necessario irrompere nella scena politica italiana aprendo un nuovo spazio di democrazia e partecipazione. In questi anni ci siamo progressivamente strutturati, ben consapevoli dei nostri limiti e punti di forza attuali. L’assemblea nazionale di maggio 2022 ha deliberato la partecipazione ad un percorso che insieme all’associazione Dema e al partito della Rifondazione Comunista ci consentisse di presentarci agli elettori come una presenza radicata sui territori e caratterizzata da proposte chiare. Non saremo presenti sulla scheda elettorale solo per partecipare o per farci conoscere ma perché abbiamo l’ambizione di contare e condizionare l’agenda politica nazionale al servizio dei bisogni delle classi popolari”.
Per voi c’è uno scoglio importante da superare, la raccolta firme. Gli attivisti si stanno mobilitando ma il tempo stringe. A che punto state?
“La nostra presenza nelle strade e nelle piazze del Paese ed in particolare della provincia di Salerno è sempre stata uno dei nostri punti di forza. Le file di questi giorni per firmare ai banchetti di tanti comuni del nostro territorio ci hanno consentito di raggiungere ampiamente ed in anticipo il numero necessario di firme per presentare la lista di Unione Popolare nel nostro collegio elettorale. La nostra storia politica e le nostre storie personali sono distanti anni luce da un mercato delle vacche che in questi giorni a Montecitorio vede una messa all’asta di simboli di partito e di episodi di trasformismo di bassa lega per consentire anche a volti noti della politica nazionale di evitare lo scoglio della raccolta firme. In un periodo di ferie e di attività ridotte per gli uffici comunali segnaliamo da giorni l’indisponibilità degli uffici elettorali di alcuni Comuni a consentirci di depositare i moduli firme per i nostri sostenitori”.
Siete tra le novità di questa importante competizione elettorale. Quale obiettivo vorreste raggiungere?
“Il nostro obiettivo è quello di mandare in parlamento una pattuglia di deputati e senatori che possa raccogliere la fiducia di tante cittadine e cittadini che non credono più nella politica, che fino ad oggi pensavano di disertare le urne, stanchi di continui tradimenti e promesse non mantenute. Si tratterà per noi di essere un presidio per la Costituzione e dei diritti che dovrebbero essere socialmente garantiti”.
Quali sono i temi che Unione Popolare vorrebbe portare in Parlamento?
“Il rispetto della dignità umana, il contrasto alle sopraffazioni ci impongono oggi di chiedere con forza un salario minimo a dieci euro l’ora, una lotta all’evasione fiscale e all’imprenditoria mafiosa, lo stop all’invio delle armi e ad ogni economia di guerra che ci ha condotto in un conflitto di cui già patiamo gli effetti. È necessario invertire un modello di sviluppo economico che oggi sfrutta le risorse ambientali e logora la nostra terra attraverso un consumo di suolo che proprio in questi giorni a Monteforte Irpino mostra gli effetti di una inedia inaccettabile. Un sistema ecologicamente sostenibile non è uno spot elettorale ma dovrà essere la base dell’unico futuro possibile”.
Si teme l’avanzata del centrodestra mentre la sinistra è spaccata in tante piccole coalizioni…
“L’avanzata del centrodestra è il risultato di una assenza evidente di una sinistra che nei fatti si dimostri dalla parte dei più deboli. Il Partito Democratico ha votato insieme al centrodestra tutti i provvedimenti antipopolari che oggi peggiorano le vite delle nostre famiglie e, più in generale, dei soggetti a cui ci rivolgiamo. Il jobs act, la riforma Fornero, il pareggio di bilancio in costituzione, i tagli orizzontali alla spesa pubblica, rappresentano la scomparsa della politica a beneficio di gruppi di potere economico che dettano le scelte di tutto l’arco parlamentare. Per noi essere di sinistra oggi significa contrapporsi alla scomparsa di ogni forma di tutela delle classi popolari, finanziare la sanità pubblica, l’istruzione pubblica, il trasporto pubblico locale, valorizzare il patrimonio artistico e culturale del nostro paese. Unione Popolare rappresenta l’aggregazione di tutti coloro che su questi temi non hanno più voglia di dividersi ma di unirsi per lottare e rivendicare la centralità della politica, della cosa pubblica, dei valori collettivi. Abbiamo già dimostrato di voler superare gli steccati dei partiti tradizionali in nome di valori che accomunano tante e tanti e siamo ancora disposti a farlo con chi è pronto a raccogliere la sfida”.
Quali caratteristiche dovrebbe avere il futuro presidente del consiglio?
“È necessario che la politica torni a rappresentare il Paese reale. Il presidente del consiglio dovrà essere espressione di un popolo consapevole che è possibile cambiare solo se ci si mobilita a sostegno di un progetto e di un’idea collettiva. Non abbiamo mai creduto in singoli uomini della Provvidenza. Il ruolo del premier deve essere quello di garantire un’inversione di rotta per il rifinanziamento dello Stato sociale e di rappresentare davanti a tutte le istituzioni economiche europee ed internazionali la fame di giustizia sociale del nostro popolo”.