di Erika Noschese
L’ennesima storia di omofobia, dai toni particolarmente agghiaccianti quella che ha per protagonista un uomo della città di Salerno che ha brutalmente aggradito la figlia e la sua compagna, il tutto dinanzi agli occhi della madre di lei che nulla fa per fermare quella aggressione. I fatti – resi noti dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli – risalgono allo scorso 6 agosto quando le due ragazze, Francesca e Immacolata, la prima 39enne di Crotone e la seconda 23enne della provincia di Napoli, sono arrivate a Salerno per lavorare; nel capoluogo campano sono state ospitate a casa di una parente di Immacolata teatro dell’aggressione dove vivono anche i genitori della 23enne, oggi senza una loro casa. “Era sabato sera, stavamo cenando e iniziano a bere qualche birra, mio padre aveva già esagerato e io chiedo alla mia ragazza di non bere perché già nel pomeriggio i miei parenti erano al bar a bere del prosecco e avevo uno strano presentimento – ha raccontato la ragazza attraverso un video diffuso sui canali social del consigliere Borrelli – Mio padre dice di dover andare a prendere un caffè, noto la presenza di un coltello ma lui poche ore prima mi dice di volersi fare 30 anni di galera ma non pensavo fosse riferito a me”. La ragazza racconta di aver notato anche la madre particolarmente preoccupata ma acconsente ad andare con il padre, insieme alla sua compagna e arrivano nei pressi di un ponte. Lì si sta per consumare la tragedia: la 23enne è abbastanza agitata e la fidanzata la abbraccia per rassicurarla ed è a quel punto che il padre le aggredisce: “Mio padre ci ha detto ‘Voglio fare 30 anni di carcere: volete morire insieme? E’ arrivato il momento’ e poi ci ha colpito – ha raccontato ancora la ragazza – Mia madre ha assistito all’aggressione e non ha fermato mio padre, anzi ha provato a bloccarci mentre scappavamo”, ha raccontato la giovane ai carabinieri di Crotone. Entrambe hanno riportato qualche ferita, ma sono riuscite a scappare. “Fino alle 5 del mattino però mio padre ci ha inseguite e minacciate. Abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri sono intervenuti accompagnandoci nel nostro domicilio di Salerno per fare le valigie e tornare poi a Crotone in sicurezza -ha poi raccontato Immacolata – Lui ad oggi nega tutto, ma abbiamo le prove di quello che ha fatto”. Le due ragazze sono quindi tornate in Calabria e si sono anche recate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Crotone per farsi medicare; sul corpo avevano numerose escoriazioni e ferite lievi di arma da taglio. “Quanto accaduto a Francesca e Immacolata è inaccettabile. Hanno rischiato di essere ammazzate dal padre di una di loro per il semplice fatto che si amano. Ad oggi due ragazze devono avere il sacrosanto diritto di poter vivere il proprio amore senza rischiare la vita. La loro storia mi ha colpito molto, mi hanno chiesto aiuto e io le sto supportando nella ricerca di verità e giustizia come faccio sempre. Io sarò sempre dalla parte dei più deboli e delle vittime di ogni forma di violenza e abuso – ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi – Quanto accaduto a Francesca e Immacolata è inaccettabile. Hanno rischiato di essere ammazzate dal padre di una di loro per il semplice fatto che si amano. Ad oggi due ragazze devono avere il sacrosanto diritto di poter vivere il proprio amore senza rischiare la vita. La loro storia mi ha colpito molto, mi hanno chiesto aiuto e io le sto supportando nella ricerca di verità e giustizia come faccio sempre. Io sarò sempre dalla parte dei più deboli e delle vittime di ogni forma di violenza e abuso”. Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Napoli, presidente di Arcigay Salerno: “Apprendiamo in queste ore di un orribile episodio di violenza ai danni di una coppia di ragazze nella città di Salerno. Le due, originarie una di Napoli e l’altra di Crotone, erano residenti in città. Dalle ricostruzioni di cui abbiamo appreso, pare che siano state aggredite ed inseguite dal padre di una delle due che ha tentato di aggredirle con un coltello. Da quanto dichiarato, anche la madre della ragazza avrebbe collaborato all’aggressione. Una vicenda dolorosa per la quale esprimiamo piena vicinanza e solidarietà alla coppia offrendo contestualmente il sostegno gratuito dei nostri servizi legali e psicologico se la coppia lo riterrà necessario e utile –ha detto Napoli – Un altro segnale di quello che cerchiamo di dire da tempo e cioè che al netto del fatto che certamente la condizione delle persone lgbtqia+ sia migliorata in questi anni, esiste un sommerso spaventoso e preoccupante; esiste un diffuso stigma nei confronti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali che resta silente o sconosciuto perché non viene denunciato e perché si accompagna ad un grado orribile di omertà”. Il presidente di Arcigay Salerno ribadisce, dunque, “l’urgenza di spazi, servizi, politiche territoriali, scelte amministrative che siano segnale di una comunità inclusiva. Sono urgenti azioni di educazione e sensibilizzazione al tema del rispetto reciproco e delle uguaglianze, a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro. Senza una presa di posizione netta e chiare delle istituzioni, senza scelte ed investimenti su questi temi, ci ritroveremo sempre più a commentare episodi come questo sperimentando al contempo la frustrazione di un senso di impotenza che ci umilia”. Arcigay Salerno in questo momento è l’unico presidio a tutela delle persone lgbtqia+ in città ed in provincia eppure resta confinata in spazi non adeguati. “Una condizione che ci impedisce di agire al meglio e di sostenere progetti e processi di salute e di educazione. Una criticità che, anche grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e provinciale, stiamo cercando di superare e rispetto alla quale chiediamo una forte accelerazione”, ha concluso Napoli.