Rosanna Carpentieri: “Occorre lavorare sul territorio per togliere i ragazzi dalla strada” - Le Cronache
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Rosanna Carpentieri: “Occorre lavorare sul territorio per togliere i ragazzi dalla strada”

Rosanna Carpentieri: “Occorre lavorare sul territorio per togliere i ragazzi dalla strada”

di Monica De Santis

Il fenomeno della violenza gratuita, soprattutto fra i giovanissimi, è uno di quei fenomeni che sta dilagando maggiormente in tutto il Paese ed anche nel salernitano.  Dopo le recenti aggressioni fatte da adolescenti ai danni di loro coetanee in provincia di Salerno, e dopo l’aggressione di un gruppo di ragazzi ai danni di due coetanei avvenuta circa una decina di giorni fa a Salerno, abbiamo chiesto all’avvocato Rosanna Carpentieri specializzata in diritto minorile, con studio a via Velia a Salerno se davvero la generazione Z sia in difficoltà di fronte a una realtà complessa, che a causa della pandemia ha tolto loro delle certezze, spazio di libertà e svago. Una realtà in cui i contenitori sociali che finora riuscivano a contrastare l’esplosione della violenza si sono depotenziati, come la scuola che a causa della Dad non è più una certezza nella vita degli adolescenti. “Che ci sia un allarme lo confermo. Un mese e mezzo fa ho partecipato ad un convegno dove tra i relatori c’erano il dottore Fiore, giudice del tribunale per i minori di Salerno, che aveva ad oggetto proprio l’aumento del fenomeno delle baby gang, in generale, ma anche sul territorio salernitano e il colonnello dei carabinieri Trombetti. Quest’ultimo è stato molto preciso sulle statistiche che hanno evidenziato come dicevo un aumento in tal senso. Mentre il dottore Fiore, sulla base della sua esperienza di magistrato, che l’ha portato a seguire anche il processo riguardante la rissa di Santa Teresa di un paio di anni fa e come Gip la vicenda delle estorsioni commesse sempre da minori e sempre nel centro storico ai danni di commercianti di origine straniera. Ebbene anche lui faceva presente dell’aumento in tal senso e del fatto che si sono formate delle vere e proprie organizzazioni di minori. In primis nel centro storico di Salerno e poi nei quartieri orientali. Si è parlato anche del fatto che i ragazzi sono così tanto smaliziati da tradurre questa divisione in bande anche acquistando dei simboli di riconoscimento. Per cui che ci sia un’attenzione da parte delle forze dell’ordine e da parte del Tribunale questo, ripeto, purtroppo è confermato” L’avvocato Carpentieri ha poi spiegato cosa rischiano questi adolescenti una volta fermati dalle forze dell’ordine e denunciati per i reati commessi… “Ovviamente la giustizia minorile è più clemente rispetto alla giustizia dei maggiorenni e su questo credo che si capisca bene il perchè. Diciamo che si preferisca non arrivare alla condanna, si preferisce aggirare la condanna arrivando attraverso l’istituto della messa alla prova, ovvero un minore che viene messo alla prova partecipando ad un volontariato o presso i servizi sociali, comunque spendendosi per fare del bene al prossimo. Perchè si da per scontato che un minore che delinque è un minore che non capisce il disvalore dell’azione, quindi tra ciò che è bene e ciò che è male e quindi si spera che con un’attività del genere oltre che meritoria si capisca che non si deve sbagliare più. Per cui è chiaro che la messa alla prova in caso di esito sfavorevole si avrà la condanna, se invece funziona comporta una fine della pena. Allo stesso modo il perdono giudiziale, cioè nel momento in cui il minore viene considerato perdonabile, forse anche per la scarsa entità delle condotte si va incontro a questo perdono giudiziario che comporta l’estinzione del reato. Ecco per questi motivi si capisce perchè ho definito la giustizia minorile più clemente rispetto a quella ordinaria se così la vogliamo definire”. L’avvocato Carpentieri lavora moltissimo con il Tribunale dei Minori di Salerno, dove spesso viene nominata come curatrice sia nell’ambito di procedimenti civili, quelli che hanno ad oggetto la decadenza dalla responsabilità genitoriale, ma viene anche nominata nel penale quando c’è un conflitto d’interessi tra il minore e il genitore. E proprio sulla base di questa sua esperienza che racconta ciò che vede quasi quotidianamente e come il comportamento dei minori sia cambiato negli ultimi tempi e purtroppo non in positivo… “Proprio pochi giorni fa mi hanno nominato curatore di un minore che maltratta la madre. E in questo caso si capisce perchè c’è un conflitto d’interessi tra il minore ed il genitore. Diciamo che quello che vedo è che non c’è più una distinzione precisa tra il provenire da una situazione di disagio economico e delinquere. Purtroppo è capitato, negli ultimi tempi, che procedimenti penali abbiano riguardato anche minori provenienti da contesti più agiati. Questo ci fa capire una cosa molto importante, che nessun disagio va sottovalutato. Non si deve pensare che un ragazzino non abbia delle conseguenze dei propri agiti per il fatto che subisce, ad esempio forti liti tra i genitori. Quello che dico sempre e lo scrivo spesso quando mi costituisco in giudizio è che il Tribunale dei Minori non si deve dimenticare che quando ha a che fare con un minore ha a che fare con una persona che adesso è minore ma che sarà in futuro un uomo adulto, per cui si deve molto lavorare sul territorio. In ambito minorile è molto importante tutto l’aspetto del servizio sociale e dell’impegno cui si devono dedicare i minori. E’ facile e più normale che il figlio del professionista abbia stimoli più positivi, venga sollecitato, faccia sport, etc.. è molto importante invece che chi questi stessi stimoli non li ha venga sottratto alla strada. E per fare ciò è importante che la tribunalizzazione, ovvero quando un minore è attenzionato dal servizio sociale e quindi dal tribunale, dia i suoi frutti. L’essere inserito in un centro diurno non deve essere soltanto un passatempo, deve essere un modo per sottrarre il ragazzo alla strada e a interessi nocivi”.