di Luca Capacchione
Ore calde per la politica a Battipaglia, che vede sfuggire dalle proprie mani progetti importanti per la viabilità e rischia di dover pagare un risarcimento per mancata composizione del ricorso in appello presso il TAR. Il ministero dell’Economia e delle finanze ha infatti bocciato il primo progetto previsto nel piano triennale delle opere pubbliche da cento milioni di euro, presentato nelle scorse settimane dall’amministrazione comunale retta dalla sindaca Cecilia Francese. Stando alla graduatoria allegata nel decreto interministeriale sono state ammesse a finanziamento 1782 opere, per un totale di 280 milioni di euro. Battipaglia scivola ai gradini più bassi della classifica occupando la posizione 8682 rinunciando di fatto all’assegnazione del contributo che avrebbe coperto la spesa di progettazione definitiva ed esecutiva (866mila euro). Il tunnel che servirebbe a collegare il quartiere Sant’Anna con la zona industriale, promesso nel 2018 dal presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, e dall’allora capostaff Franco Alfieri, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Inps, per adesso rimane soltanto una buona idea. A Battipaglia tra quelle che si contendono il primato nella discussione attuale c’è di sicuro via Domodossola, ampia arteria a due passi dal fiume Tusciano che di recente è finita nell’occhio del ciclone per le grandi polemiche sulla nascente stazione di servizio accanto al liceo “Medi”. Più d’otto anni fa un altro intervento edilizio nella stessa zona divise i cittadini: la costruzione di un chiosco che avrebbe dovuto ospitare un punto ristoro, proprio davanti l’istituto scolastico. In molti rimasero increduli quando si accorsero che l’imprenditrice Paola Coppola, proprietaria dell’attività mai nata, beneficiava d’un regolare provvedimento unico di costruire (datata 5 febbraio 2013) rilasciato dall’Ufficio tecnico del Comune e perfino del nulla osta (28 marzo del 2012) della Provincia, organo di governo delle scuole superiori. Intanto ora in Comune hanno corso ai ripari poiché ci si era dimenticati della causa stessa, cancellata dal giudice. A tal punto la giunta comunale ha tentato di mettere una pezza, intervenendo con un deliberato sulla questione, ma il rischio concreto è che per il ritardo ci sarà da pagare un cospicuo risarcimento danni di diverse decine di migliaia di euro.