L’allarme lanciato dalla Francese sull’ospedale cittadino - Le Cronache
Provincia Battipaglia

L’allarme lanciato dalla Francese sull’ospedale cittadino

L’allarme lanciato dalla Francese sull’ospedale cittadino

di Luca Capacchione

Nello svolgersi degli atti iniziali del Consiglio Comunale di Battipaglia, la maggioranza – per conto del consigliere di Etica Pietro Cerullo – aveva chiesto l’inversione dei punti all’ordine del giorno per discutere immediatamente della mozione urgente sull’ospedale S. Maria della Speranza. Proposta poi ritirata su richiesta della sindaca Cecilia Francese, che ha chiesto inizialmente, per motivi legati all’affollamento dell’aula, spazio sulla questione carburanti. Durante la riunione e ancora a suo margine, la prima cittadina ha però lanciato l’allarme sulla probabile chiusura di alcuni reparti: “Occorre che il Consiglio Comunale approvi con urgenza la mozione a tutela dell’Ospedale di Battipaglia. La situazione nella quale è stato, colpevolmente, trascinato il presidio sanitario della nostra città, ed in particolare lo stato drammatico del reparto di Ostetricia che ha visto in questi giorni il direttore di quella UOC lanciare appelli disperati. La prima tappa è sicuramente rappresentata dalla approvazione della mozione presentata e già posta già all’ordine del giorno del Consiglio Comunale. Un atteggiamento non certo adeguato alla gravità di questo tema, tenuto dalla minoranza nella scorsa seduta, ha impedito che se ne discutesse. Il Consiglio, di conseguenza, è stato aggiornato a lunedì 20 giugno. L’auspicio è che l’assemblea consiliare tutta, al di là delle posizioni politiche, trovi la forza e la capacità di unirsi in questa battaglia che riguarda non solo la città di Battipaglia, ma tutta una area che gravita sul nostro Ospedale. Lanciando un segnale inequivocabile a chi assume decisioni che ledono il diritto alla salute dei battipagliesi. I cittadini, gli operatori sanitari, chiedono al Consiglio Comunale di riassumere a pieno il suo ruolo di massimo organo politico e di governo cittadino per tutelare il nostro presidio ospedaliero”.