di Andrea Pellegrino
Il Crescent? «E’ un pugno nell’occhio». Parola di Alessandro Cecchi Paone. Il candidato alle elezioni europee con Forza Italia ha toccato anche Salerno e la sua provincia, che d’altronde conosce già bene. Non troppo tempo fa è stato infatti assessore comunale a Maiori. Ma oggi il suo impegno è per l’Europa. Di Vincenzo De Luca non ha una buona opinione politica. Pensa infatti che sul turismo si potrebbe fare di più. Mentre sul sogno regionale del primo cittadino salernitano, Cecchi Paone non ha dubbi: «Caldoro ha lavorato bene, la riconferma non sarà un problema». Cecchi Paone, perché la sua candidatura alle Europee e soprattutto perchè qui al Sud? «L’Europa oggi viene vista come un’istituzione poco utile e lontana, soprattutto dai giovani. Invece, è una grande opportunità per rilanciare un Paese depresso e governato male come l’Italia. E per rilanciare l’Italia bisogna ripartire dal Sud. Il Nord ha già dato tutto quello che aveva da dare, il Mezzogiorno ha potenzialità ancora inesplorate. Il Sud mi ha adottato. Come suggerisce la seconda parte del mio cognome, sono per metà meridionale, con origini abruzzesi e napoletane. Trascorro a Positano diversi mesi all’anno. Ho frequentato le scuole superiori a Napoli. Poi, da dieci anni insegno comunicazione e turismo nelle Università meridionali, a Cassino e al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Infine, da due anni, con un consorzio di emittenti televisive campane abbiamo dato vita alla Tv del Sud». Quale è la sua “Europa” e quale è la sua idea per il Mezzogiorno? «Sogno gli Stati Uniti d’Europa, con una Commissione europea che non sia solo un luogo di intermediazione economico-finanziaria, ma un vero Governo, con una forza spendibile anche in politica estera. Uscire dall’Euro significherebbe rendere carta straccia gli stipendi, le pensioni e i mutui degli italiani. Da Bruxelles è arrivata una montagna di soldi. In Italia sono stati sprecati o, peggio, rubati. Colpa di una classe politica inadeguata. Con queste risorse possiamo portare il Sud in Europa. In Campania, l’amministrazione Caldoro ha fatto ottime cose, per esempio sarà la prima regione d’Italia coperta dalla banda larga. Ma non è possibile che, per esempio, le strade e la rete ferroviaria del Mezzogiorno siano ancora in condizioni pietose. Ci sono le risorse ma sarà fondamentale nella nuova programmazione difendere i settori di maggiore interesse. L’ambiente ed il lavoro. Soprattutto, bisognerà snellire le procedure amministrative. Più veloci e più trasparenti per le imprese e gli Enti locali. Troppo spesso gli enti attuatori restano prigionieri dei meccanismi burocratici. Penso ai grandi progetti finanziati dalla Ue, grazie alla Regione, su questa provincia. Il recupero del litorale, il fiume Sarno, il Porto. Grandi idee e grande burocrazia a creare freni e vincoli». Un occhio su Salerno. Che giudizio ha di Vincenzo De Luca? «Salerno è una città deliziosa. Ma credo che Salerno meriti un attenzione turistica decisamente superiore a quella che ha, bisogna fare molto di più». Le piace il Crescent? «Il Crescent è un pugno nell’occhio su un litorale fantastico. Conosco la situazione grazie al consigliere comunale Raffaele Adinolfi, che si sta impegnando molto su questa vicenda. Bisognerà impedire, in futuro, che possano essere costruiti mostri del genere». Un De Luca alla guida della Regione Campania? «Caldoro ha riportato in attivo la Sanità campana e ridotto le spese dell’amministrazione regionale. Credo che ciò sia sufficiente per sperare in un secondo mandato a Palazzo Santa Lucia». Come mai il sostegno del gruppo Radicale alla sua candidatura? «Sono vicino ai Radicali e a Marco Pannella da quasi 40 anni. Condivido le loro battaglie sui diritti civili, per le coppie di fatto, per ogni tipo di minoranza, per la situazione scandalosa delle carceri. La forza radicale è una grande risorsa, per questo ho accettato la missione che mi ha affidato Pannella, cioè di raccogliere le iscrizioni al Sud per salvare il Movimento». Lei è stato assessore comunale a Maiori, cosa ha bisogno la Costiera Amalfitana in questo momento? «La Costiera è un patrimonio inestimabile. Un laboratorio del turismo dove si traccia la strada che dovrebbero percorrere le politiche turistiche. Non è pensabile, però, che queste zone restino isolate per giorni, come successo recentemente, per uno sciopero degli autobus. Bisogna creare un sistema integrato di trasporti, che coinvolga anche l’aeroporto Costa d’Amalfi e la Circumvesuviana, per collegare la costa con l’interno. Ma, sopratutto, serve una maggiore consapevolezza della potenzialità turistica. E’ una follia ragionare a compartimenti stagni. Il Cilento, Salerno, la Costiera Amalfitana devono diventare squadra». Un impegno per la provincia di Salerno? Cosa le piace di più di questo territorio? «Credo che la Provincia di Salerno sia una delle più affascinanti d’Italia grazie alla sua varietà: mare, collina, montagna, borghi medioevali, tradizioni, enogastronomia, storia. Il Parco del Cilento ha degli angoli mozzafiato. Ciò che mi sconvolge è che in Europa e in molte zone d’Italia questi aspetti non si conoscano e la popolazione non riesca a trarre vantaggio da questa ricchezza. E’ l’ennesima dimostrazione che chi ci ha rappresentato, sul territorio e in Europa, ha fatto un pessimo lavoro».