Sono stati fermati in un paesino del nord Italia tre persone. I tre erano fermi in un’auto, una potente BMW M3. Tra i tre due incensurati provenienti da Casal di Principe, entrambi pare appartengano a famiglie dall’alto spessore criminale con i genitori detenuti in regime di 41 bis e con condanne all’ergastolo. Il terzo uomo, il pregiudicato, è il salernitano Federico Capuano, meglio noto come “Federico o’pazz”. Sotto una panchina nelle vicinanze dell’auto è stato ritrovato un borsone con dentro due fucili mitragliatori Sg551 “commando” caricati con colpi esplosivi più due pistole 9X21 da tiro e un revolver Smith e Wesson 357 magnum, armi da brividi, e svariate munizioni più tute mimetiche e guanti. A portare a termine l’operazione reparti speciali dello SCO. Dalle prime indagini sulle quali comunque vige il più stretto riserbo, si presume che i tre stessero per compiere un attentato. Il gruppo di fuoco, era guidato da Federico Capuano, noto delinquente con numerosi precedenti penali e stimato dal boss vesuviano dei due mondi. Molti anni fa fu anche fermato a Frosinone, a Veroli, col più noto Giuseppe Autorino, detto Geppino, l’uomo che fuggì dall’aula bunker di Salerno. Capuano, commerciante di bestiame, dichiarò in quell’occasione di trovarsi a Veroli dove l’Autorino gli fece caricare pecore da un’azienda agricola. Capuano ha sempre lavorato nel settore del commercio del bestiame ma è sempre stato una testa calda e per questo motivo fu da subito soprannominato “o’pazzo”. Amante delle auto e delle moto molto spesso viene visto in giro con potenti mezzi e fuoriserie.
Appartenente ad una famiglia senza problemi economici, il padre commerciante di bestiame e la madre docente universitaria, Capuano, molto legato alla madre, attualmente senza i genitori, vive da solo senza alcun legame sentimentale. L’uomo rappresenta l’ascesa di una personalità violenta e criminale. Molti i precedenti penali che lo riguardano a cominciare dall’età di 18 anni. La storia comincia dal mercato boario di Nocera Superiore dove fu ferito in un conflitto a fuoco con un carabiniere, il cugino, e lui fu accusato di una sparatoria ma fu poi prosciolto in Istruttoria. Ancora balzò agli onori della cronaca quando sparò allo zio e alla famiglia del congiunto nel 1987. Riuscì a fuggire e fu arrestato dopo qualche mese nel Cilento in una proprietà della madre. Fu arrestato dall’allora capitano dei carabinieri Sergio Pascali poi passato alla DIA. Nel 1991 fu arrestato per estorsione ai danni dell’imprenditore edile Carmine Carratù per un importo di circa 500 milioni. Dopo un anno fu assolto con formula piena. Circa venti anni fa sequestrò tre imprenditori della valle dell’Irno per futili motivi e fu accusato di triplice tentato omicidio e fu condannato a dieci anni in primo grado diminuiti a cinque in appello già scontati tra carcere e affidamento in prova. A Casal di Principe, secondo i rapporti dei carabinieri, era di casa e pare instaurò una relazione sentimentale con la figlia del defunto boss dell’Agro aversano Mario Iovine detto “Mariettiello”. Nel 2012 fu arrestato per estorsione nei confronti di alcuni funzionari comunali accusato dall’allora sindaco Franco Longanella. Nel 2007 fu assolto anche per questo episodio.
Capuano ha maneggiato le armi fin da bambino con una passione per la Browning calibro 9 Parabellum. L’arma con la quale è stato arrestato la maggior parte delle volte collezionando una sfilza di accuse per porto abusivo di armi da fuoco. Tentato Omicidio, risse, porto abusivo di armi i suoi precedenti più numerosi e pare abbia ancora un processo in corso in Emilia Romagna per reati molto gravi. Considerato dai carabinieri una persona pericolosa e determinata, portata a delinquere e dall’alta pericolosità sociale e di alto spessore criminale, sembra possedere una inclinazione a commettere reati. Ora, dopo l’ennesimo fermo in questo paesino del nord si attende la perizia balistica sulle armi per verificare le eventuali impronte o se le armi hanno già sparato in altri eventi delittuosi. Poi resterà al Gip se farli restare in cella o rimetterli in libertà. Per il momento restano reclusi in isolamento in un istituto penitenziario del nord Italia.