di Eugenio Verdini
Con una nota ufficiale indirizzata al Direttore Generale dell’Asl Salerno, Iervolino, al Sindaco di Eboli, Mario Conte ed al direttore sanitario Ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli, il sindacato dei sanitari FISI chiede l’immediata revoca del temporaneo accorpamento delle unità operative di Chirurgia ed Urologia presso il presidio ospedaliero di Eboli. Come in tanti hanno rilevato, subito dopo l’annuncio del provvedimento, che ha fatto esultare solo la politica responsabile dello sfascio della sanità regionale, a cui non era sembrato vero potersi tirare fuori dal problema, anche per il sindacato dei sanitari il rimedio, cioè l’accorpamento, finirebbe solo per aggravare maggiormente la problematica. «Con la presenza di soli due chirurghi – si legge nella nota con cui la FISI chiede la revoca dell’accorpamento – non è possibile gestire la vastità e la complessità dei casi di chirurgia d’urgenza ed inoltre si esporrebbe il personale medico di Urologia, già in carenza, a rischi di malpratice sanitarie dovute a carenze strutturali e possibili errori pratici in operazioni o cure dovuti a carenza di formazione nella specialistica». Il sindacato, però, pone l’accento anche sui disservizi e persino sui pericoli che potrebbero riguardare i cittadini-utenti. «I cittadini che si servissero della struttura – denuncia ancora il sindacato nella nota ai vertici sanitari ospedalieri – rischierebbero di trovare personale impreparato o con scarsa esperienza». Così come per la maggior parte degli osservatori non interessati a difendere interessi di partito, anche per FISI il rimedio trovato è peggiore del male. Perché a detta del sindacato, non è da trascurare nemmeno l’impatto che la disposizione di accorpamento genera sul personale medico a tempo determinato e indeterminato, che starebbe già valutando di dimettersi dall’incarico e che così facendo metterebbe a serio rischio l’esistenza non solo della Chirurgia, ma anche della Urologia. In conclusione, la FISI ribadisce l’invito a revocare l’atto adottato ed a trovare soluzioni differenti previste già dall’atto aziendale in vigore e dal Piano Ospedaliero. Durissimo anche il commento del responsabile territoriale della FISI, Rolando Scotillo. «Chissà in quanto tempo hanno maturato la brillante idea di accorpare due specialità totalmente differenti quali la Urologia e la Chirurgia – attacca il sindacalista -. Alla base di questa idea, evidentemente, c’è stata la volontà di accontentare tutti, in primis la politica, per mascherare un fallimento che rischia di essere una vera e propria “caporetto” per l’ospedale di Eboli. Infatti, già tra i medici vi è qualcuno che minaccia le dimissioni immediate per i forti rischi di malpratice dovute a carenze strutturali e possibili errori pratici in operazioni o cure, dovuti a carenza di formazione nella specialistica chirurgica e che li esporrebbe a evidenti rischi per la propria professione». Scotillo entra anche nello specifico delle assegnazioni die professionisti. «Qualcuno dice che sempre medici sono, ma se così fosse a che servirebbero discipline e specialità differenti? Sarebbe tutto più facile, basterebbe accorpare 2-3 specialità diverse, mettere magari un dermatologo come primario e due medici per disciplina e creare una “Torre di Babele sanitaria” in cui però poi tutti parlerebbero una lingua differente. Questa non è buona sanità, ma improvvisazione ed a pagarne le conseguenze sono sempre i pazienti». Il sindacalista della FISI conclude in maniera chiara e decisa: «Venga immediatamente revocata la disposizione che risulta emanata in contrasto con il piano ospedaliero e con l’atto aziendale vigente. I medici ci sono, basta applicare il Piano, non dovrebbe essere complicato neanche per chi ha ideato questo ridicolo accorpamento».