di Eugenio Verdini
Il primo buco in maggioranza è quello scavato venerdì sera da Cosimo Naponiello. Il consigliere comunale, eletto nelle liste a sostegno di Mario Conte, ha annunciato il suo passaggio nel gruppo misto, lasciando la sua formazione consiliare di appartenenza, Eboli 3.0. Una decisione annunciata nel bel mezzo della seduta consiliare, che non può passare sotto traccia, visto il “peso” del consigliere, in passato indicato non solo alla guida del gruppo consiliare, ma anche candidato alla presidenza del consiglio comunale. E forse proprio queste due vicende hanno segnato il progressivo allontanamento di Naponiello dal gruppo consiliare e dalla stessa maggioranza. Non corre rischi l’amministrazione comunale, Naponiello ha infatti ribadito la sua fiducia, anche se l’impressione è che il suo via libera sia sostanzialmente diretto al sindaco, Mario Conte, non alla sua Giunta, né ai gruppi di maggioranza. Nell’intervento in consiglio, Naponiello ha sostanzialmente bocciato l’operato del suo gruppo consiliare, che si limiterebbe a registrare decisioni assunte da altri, senza prendere vere e proprie posizioni. Evidentemente non è estraneo alla decisione di Naponiello il ricordo di quanto e perché non sia stato difeso in occasione della sua candidatura alla guida del Consiglio o del gruppo consiliare. In ogni caso si inaugura il cosiddetto gruppo misto, oggi forte del solo Naponiello, ma qualcuno già abbondantemente distante dai raggruppamenti in cui è stato eletto ci sarebbe e magari potrebbe, finalmente, fare il passo chiarificatore. La vicenda Naponiello è stato solo uno dei momenti di tensione della seduta consiliare di venerdì scorso. Una seduta nella quale si è assistito ad un durissimo scontro tra il segretario comunale ed il consigliere Cosimo Pio Di Benedetto. Uno scontro violento, come poche volte visto in passato, tra l’altro tra un funzionario del Comune ed un rappresentante popolare, che forse qualche interrogativo dovrebbe porlo. In ogni caso Di Benedetto ha criticato una serie di provvedimenti portati al voto dalla maggioranza consiliare, ed in uno di questi era ed è coinvolto lo stesso segretario comunale. L’ipotesi sarebbe di condividere il segretario comunale che opererebbe part time tra Eboli e Pontecagnano. La motivazione sarebbe il risparmio economico, ma Di Benedetto ha invece tentato di dimostrare che il risultato sarebbe esattamente il contrario. Il costo del segretario comunale dovrebbe essere sopportato da Eboli per il 65%, a fronte della presenza del funzionario per il 60% del monte ore di lavoro. Ma, secondo Di Benedetto, avendo diritto per questa operazione ad una maggiorazione dei compensi, alla fine Eboli finirebbe per pagare ben oltre il 65% dell’attuale costo, quindi aumentando l’uscita finanziaria a fronte di una diminuzione della presenza del funzionario. Altro motivo di tensione consiliare l’atteso provvedimento con cui il Comune decide di presentare ricorso al Tar contro la decisione della Regione di autorizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti in area PIP. Una specie di gioco delle parti, in cui tutti accusano tutti, perdendo di vista che la decisione di dirottare i rifiuti ad Eboli arriva dalla Regione Campania, gestista dal Pd di De Luca. Che il Comune di Eboli abbia commesso un grave errore nel non prendere parte alla conferenza di servizi, è fuori discussione. Lo hanno fatto notare anche alcuni esponenti della minoranza consiliare. Tra l’altro sulla mancata partecipazione si sta consumando un muro contro muro tra l’amministrazione ed una parte degli uffici, con “accuse” reciproche. E’ anche vero che l’eventuale partecipazione del Comune di Eboli alla conferenza di servizi non avrebbe cambiato di un millimetro la posizione della Regione, che poteva procedere in deroga sia agli strumenti urbanistici, sia ai regolamenti comunali, per cui da Napoli avrebbero comunque inviato i rifiuti ad Eboli. Tra la contrapposizione classica maggioranza-minoranza, spicca l’assordante silenzio del Pd locale, che forse una presa di posizione in favore di Eboli e degli ebolitani dovrebbe prenderla su questa vicenda, anche a costo di mettersi contro il patron De Luca, almeno per una volta.