“Sui rincari c’è molta speculazione: il prezzo del carburante alla pompa è cresciuto prima ancora di quello del petrolio alla borsa merci. Il governo è intervenuto ma serve di più, perché il peso non può stare tutto sulle spalle delle famiglie e delle imprese. Sono necessari strumenti straordinari anche a costo di aumentare l’indebitamento del Paese”. Lo ha detto Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei Deputati e presidente di ItaliaViva, ai microfoni di Mariù Adamo per MattinaLive, il morning show in onda su Canale 8. L’intervista andrà in onda domani alle 12.30. “C’è un intervento importante teso a sbloccare le infrastrutture sulle energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico, che hanno il potenziale di sopperire al 20% del nostro fabbisogno di gas che oggi acquistiamo dalla Russia, parliamo di oltre 80 miliardi di investimento su questi settori. Però tutto questo non interviene sulle difficoltà oggettive quotidiane di bollette che vengono anche triplicate”. Allo stesso tempo, per il presidente di Italia Viva, “sono necessari interventi per fronteggiare i danni dell’economia di guerra che stiamo vivendo: ci sono alcune zone del Paese dove sono concentrate aziende che lavoravano in particolare con la Russia. Per supportarle servono fondi europei: quando c’è stata la Brexit l’UE ha stanziato somme che aiutavano le imprese penalizzate; allo stesso modo oggi bisogna tutelare le aziende che hanno subito lo stop alle relazioni con la Russia”. “Questa crisi sta cambiando lo scenario economico: bisognerà rendere più efficiente la nostra agricoltura e rifocalizzare le imprese all’interno dell’Unione Europea, visti i costi dei trasporti e l’instabilità politica. Può essere un’occasione per ridare fiato a territori del nostro Paese come quelli meridionali. Allo stesso tempo – ha concluso Rosato – il PNRR va fatto correre, perché il suo blocco comporterebbe ulteriori effetti negativi. Bisogna essere consapevoli che a causa della carenza di materie prime, penso ad esempio all’acciaio, potranno esserci dei ritardi. Mettiamoci a lavorare tutti i giorni: se poi nel 2026 ci saranno ancora cose da completare avremo buoni motivi per estendere la durata del PNRR”.
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