In Campania sara’ piu’ facile espiantare organi da potenziali donatori morti in eventi che possono costituire dei reati, come sinistri stradali, omicidi volontari, infortuni sul lavoro e responsabilita’ professionale a quali aggiunge il caso della morte di soggetti detenuti. Un protocollo d’intesa firmato dal presidente di Regione, Vincenzo De Luca, e il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, fissa nuove regole piu’ snelle. E’ stata la morte di un immigrato di 30 anni, investito da un pirata della strada nel quartiere Pianura a Napoli lo scorso dicembre mentre in sella a una bici stava tornando a casa a far emergere l’esigenza di una revisione della situazione. A raccontarlo, e’ stato l’avvocato generale Antonio Gialanella. “Ci e’ stato raccontato che aveva smesso di andare in giro in auto dopo un incidente stradale. Per questo usava la bicicletta. La salma, la tragedia, era sotto sequestro giudiziario – spiega Gialanella – la dottoressa Mariarosaria Focaccio, ideatrice e promotrice del protocollo siglato oggi e’ piombata nel mio ufficio nel tardo pomeriggio di quel giorno dicendomi che avevamo a disposizione appena 50 minuti per l’espianto degli organi, autorizzato dalla famiglia. Grazie all’apporto del procuratore di Napoli Giovanni Melillo siamo giunti a far coniugare le esigenze dell’autorita’ giudiziaria e sanitaria poco primo del default, e cosi’ stata salvata la vita ad alcune persone”. “Un esempio straordinario, l’unico in Italia di collaborazione tra autorita’ giudiziaria e regionale in tema di Trapianti d’organo” dice De Luca. Un protocollo con il quale si disciplina il rapporto tra autorita giudiziaria e autorita’ sanitaria regionale riguardo l’espianto di organi e tessuti. Un modo per “snellire i rapporti tra l’autorita’ giudiziaria e quella sanitaria regionale, tocca un tema “estremamente delicato e questa testimonianza di solidarieta’ e di impegno civile e’ un segnale di grande valore per la nostra comunita’ perche’ il tema della donazione e’ da sempre delicato”. “In questi due anni di Covid – ha ricordato De Luca – si sono ridotte le donazioni di sangue, di organi, di tessuti e con questo protocollo riprendiamo l’attivita’ di aiuto per le persone piu’ fragili e deboli”. E ci sono in Italia circa 10mila persone in attesa di un trapianto e di queste circa 600 muoiono per non avere ricevuto l’organo.
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