Per Anna e per tutte le donne vittime di violenza - Le Cronache
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Per Anna e per tutte le donne vittime di violenza

Per Anna e per tutte le donne vittime di violenza

di Monica De Santis

Tutti uniti contro la violenza di genere. In tantissimi ieri hanno partecipato al corteo per Anna e per tutte le vittime di violenza. Alla presenza del vice sindaco e assessore Paky Memoli, alle 15.30 da Piazza Ferrovia è partito un corteo che è arrivato fino a Piazza Portanova dove si è osservato un minuto di silenzio per le vittime di violenza e contro la guerra. Tante, tantissime donne, tanti anche gli uomini, i ragazzi e le ragazze e i bambini.

Tanti i cartelli per dire no a guerra e violenza, e poi palloncini, taburrelli e bandiere. “Nel 2022 non si dovrebbe più parlare di diritti delle donne, di violenza e guerra. – spiega Dario Renda, del Comitato Salerno Mia – Noi siamo, scesi in piazza per dire no, contro ogni forma di violenza e contro ogni forma di guerra. E siamo pronti a lottare per poter garantire alle nostre sorelle, alle nostre figlie e a tutte le donne un mondo dove non dover aver paura di nessun uomo”.

“Il femminicidio di Anna Borsa ha sconvolto l’intera comunità, ecco perchè è giusto far sentire la nostra voce e gridare con forza il nostro no – spiega Michela Massucci responsabile del Centro Antiviolenza Leucosia – È importante essere uniti ed avere un unico obiettivo, quello di contrastare la violenza, prendere posizione e andare in un’unica direzione: la tutela, la protezione e il sostegno delle vittime.

Oltre alle istituzioni, ogni singolo cittadino deve sentirsi protagonista e responsabile di questo sistema ed attivarsi non solo per manifestare il proprio dissenso ma per dare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno”. Il terribile femminicidio di Anna Borsa ha scosso la coscienza collettiva.

Non si può restare indifferenti di fronte a tali barbarie. È importante uscire dal silenzio, fare sentire la propria voce ma soprattutto educare le nuove generazioni al rispetto dell’altro ed all’accettazione di un rifiuto. Bisogna partire dalle radici, in quanto ogni atto di violenza è un fallimento innanzitutto culturale. Ognuno può fare la sua parte perché, come recita il testo di una nota canzone italiana degli anni 80′ “Si può dare di più senza essere eroi“.