di Monica De Santis
Un centinaio di agricoltori, allevatori e pastori con trattori e animali al seguito hanno lasciato le campagne e invaso piazza Amendola a Salerno, contro le speculazioni con i prezzi per le famiglie che corrono mentre i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Una mobilitazione generale tra bandiere con il tricolore nazionale e gialle della Coldiretti, associazione che ha organizzato la manifestazione.
“Siamo estremamente preoccupati perchè i costi di produzione sono schizzati e non riusciamo a starci dietro”, ha spiegato Salvatore Loffreda, direttore regionale di Coldiretti Campania. “I nostri soci stanno lanciando un grido d’allarme perche’ la situazione rimane preoccupante. Lo scorso anno abbiamo superato il Covid non facendo mai mancare le nostre produzioni sugli scaffali. Ma credo che stavolta la non semina, la non capacità della redditività, farà sì che gli scaffali resteranno vuoti. E’ necessario dare redditività e soprattutto liquidità al mondo agricolo per evitare il blocco della semina. I costi, infatti, sono aumentati di molto. Quest’anno ci vogliono 400 euro ad ettaro in piu’. Capite bene che è una responsabilità per chi semina e raccoglie perchè poi saranno costi altissimi che non sappiamo se il mercato riuscirà ad onorare”.
Al flah mob di ieri mattina è intervenuto anche il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli che ha parlato agli allevatori… “Da sempre con Coldiretti intratteniamo rapporti di grande cordialità e collaborazione – ha dichiarato il primo cittadino – Siamo vicini alle famiglie ed alle imprese, già ampiamente provate dall’emergenza sanitaria. Alcuni dei problemi che si riscontrano in questa fase sono forse figli delle scelte fatte in passato dalla politica del no a tutto. L’amministrazione comunale farà, in ogni caso, la sua parte e tutto quanto possibile per garantire il proprio sostegno ai lavoratori della filiera”.
Difficoltà, quelle che stanno vivendo gli allevatori evidenziate dal presidente regionale Gennaro Masiello. “Venivamo già da un decennio difficile dove ad un aumento dei costi non veniva corrisposto un aumento del valore della remunerazione del prodotto agricolo. Gli ultimi sei mesi – ha aggiunto – sono stati un disastro, abbiamo visto il raddoppio dei costi dell’energia, dei carburanti e anche sui mezzi tecnici. Sui mangimi abbiamo avuto un aumento dal 40 al 50% e sui concimi il costo viene addirittura triplicato.
Questo è un disastro. Il nostro settore rischia di essere messo in ginocchio e noi oggi chiediamo con forza che si metta mano a quelle che sono le necessità di sburocrattizzare una serie di approcci su interventi già programmati da tempo”.