C’è un filo sottile e ininterrotto che lega, oltre il tempo e il rapido mutare della società, i riti della settimana santa, la rappresentazione dei misteri della Passione e della Morte di Cristo. Ispirate dal pensiero cristiano, processioni, veglie, riflessioni, tendono a una particolare profondità di espressione, a una densa emotività capace di richiamare la gravità e la pregnanza della sofferenza del Dio incarnato. Tenebrae, sono gli uffici degli ultimi tre giorni della Settimana Santa. Il termine tenebrae è concretamente e simbolicamente collegato al tema della luce, che accompagna costantemente quello della Passione nel dualismo tenebre-luce, nox-lux, morte e resurrezione pietà. Trentatre anni fa Gesù nasceva nel centro storico di Salerno, a distanza di trentatre anni conclude il suo percorso di vita terrena e rinnova il patto di sacra alleanza tra le antiche pietre di Santa Apollonia. Il racconto è tutto racchiuso nel piccolo perimetro urbano compreso tra la cattedrale e San Benedetto, una storia che si sfoglia come un libro per bambini, con le figurine che si stagliano sulle pagine come parole viventi. Alle fiabe della sua infanzia pensò Mario Carotenuto, quando su invito di don Giovanni Toriello e con l’aiuto dei “ragazzi” della Bottega San Lazzaro, inventò il Presepe dipinto con le sagome dal vero degli abitanti del quartiere duomo. Oggi, a 92 anni, completa la narrazione del Dio fattosi carne per salvare gli uomini con la creazione della Passione dipinta. Riappaiono sagome, di grandezza naturale, “ritratti” di gente umile, “vera, a favore della drammaticità di per sé, del linguaggio della realtà. Con l’aiuto del nipote Amedeo Ternullo ha tirato su il primo nucleo: Maria e Maddalena dolenti, due soldati a guardia della croce con l’icona del Cristo morto. Ai piedi della croce di 6 metri, già quella allestita lo scorso anno sul sagrato di San Gregorio Armeno nel corso del gemellaggio tra i Comuni di Napoli e Salerno su iniziativa delle associazioni Corpo di Napoli e Bottega San Lazzaro da questa sera al 20 aprile sarà esposta sull’altare della chiesa di Sant’Apollonia, come preludio alla manifestazione “Il Crocifisso ritrovato” al via l’ultimo week-end di aprile, i “vattienn’” della parrocchia di Santa Maria di Portosalvo di Vietri sul Mare, che regaleranno un saggio della processione che tradizionalmente si tiene a Marina il Giovedì e il Venerdì Santo. Frasi musicali, ripetute ostinatamente che vanno a formare un mistico e ipnotico amplificatore spirituale. Il ripetersi delle parole e delle continue modulazioni renderanno quasi visibile il senso profondo del dolore, ma, in particolare, inviteranno alla meditazione e alla preghiera, base di una invocazione in cui si chiede a Maria di poter essere partecipi dello strazio e della sofferenza che sta provando, avendo nel cuore, nelle vene e nelle membra l’immagine della Croce e del sangue versato. In questa mestissima atmosfera, si riesce a far proprio il pensiero dell’Addolorata che diede la sua carne al Figlio Gesù da immolare per la nostra Redenzione, sentendosi anch’Ella unita a Lui nel sacrificio cruento per la nostra salvezza. Davvero Maria Santissima, guardando il corpo flagellato di Suo Figlio sulla Croce, non poteva non sentire, consumandosi, che quella era la sua carne, la carne immacolata che aveva dato a Lui all’atto della concezione nel suo grembo verginale, per opera dello Spirito Santo. La piccola rassegna continua il 17 aprile, sempre alle 19.00, con i riti della Madonna delle Galline e la presentazione del libro “La Madonna de’ Pagani (‘A Maronna de’ Paane detta de’ Galline)” di Gerardo Sinatore. Ne parleranno con l’autore l’antropologo Vincenzo Esposito ed il musicista Antonio Giordano. Vincenzo Romano intonerà canti devozionali alla Madonna. Il 19 aprile, al calar della sera, il Compianto di Cristo.
Olga Chieffi